La rivoluzione digitale applicata al mondo degli stadi, in primis per il calcio, una delle più grandi passioni degli italiani, può portare una vera e propria rivoluzione per la user experience dei tifosi. Può tradursi in nuovi servizi, sempre più su misura, e di conseguenza in nuove revenues per i gestori degli impianti, al di là del prezzo del biglietto, tutti i giorni della settimana e non soltanto in occasione degli eventi. Le “smart arenas” possono diventare inoltre luoghi sempre più sicuri grazie alla tecnologia, e quindi sempre più aperti a essere vissuti come luoghi di svago per la famiglia, oltre che per il tifo organizzato. Questo grazie alle più moderne tecnologie per il riconoscimento facciale, ma anche per il coordinamento degli interventi degli steward e la collaborazione del personale di sicurezza. E’ una scelta che all’estero molte società hanno già fatto, e cha ha portato a risultati interessanti. Tanto che oggi Westpole, società nata a fine 2018 dopo l’acquisizione di Hitachi Systems CBT da parte di Livia Corporate Development, ha deciso di farne uno dei pilastri del proprio sviluppo in Italia, insieme a Industria 4.0, Retail e Oil&Gas. Tutte attività che si basano anche su una collaudata partnership con Cisco, in piedi da più di due anni, che consente a Westpole “di proseguire nella propria mission di fare integrazione tecnologica e servizi gestiti – spiega a CorCom Carmine Scalzi (nella foto in basso), Center & South Sales Director di Westpole – potendosi basare su un partner abilitante in termini di connettività in tutti gli ambienti in cui operiamo. I progetti in corso confermano la bontà della scelta, perché grazie alla collaborazione con Cisco riusciamo a raggiungere i singoli utenti e a dialogare con loro, potendo contare anche su strumenti come l’intelligenza artificiale e i data analytics”.
“Quello degli stadi è un settore di business a sé stante, che ha caratteristiche di mercato particolari, basti pensare alla gestione dei media e alle regole che normano la trasmissione delle immagini, che derivano da una complicata normativa sulla concessione di diritti. Al di là di questo, però, ci sono potenzialità di business molto importanti che possiamo scoprire soltanto dialogando a fondo con il cliente – prosegue Scalzi – La sua esigenza, come gestore di un impianto sportivo di primo piano, è di generare nuove revenue offrendo agli utenti un’esperienza più coinvolgente: a differenza di quanto accade in molte strutture all’estero, dove gli stadi sono dei veri e propri centri di intrattenimento che funzionano anche al di là del giorno del match, in Italia oggi si spende soltanto per il prezzo del biglietto”.
Ma la tecnologia può essere il mezzo attraverso il quale la società che gestisce l’impianto sportivo può creare un “valore aggiunto” importante per il tifoso: “dal marketing di prossimità tramite la geolocalizzazione – spiega ancora Scalzi – fino alla valorizzazione del pre-game e del post-game, dando agli utenti la possibilità di usufruire, di incentivi per spendere all’interno o nei dintorni dello stadio, con advertising specifico”.
Quanto all’entertainment prima e durante la partita, nella smart arena sarà possibile rendere più immersivo l’evento dando ad esempio agli utenti informazioni più dettagliate rispetto a quelle sul tabellone, magari anche con soluzioni che utilizzino la realtà aumentata. Allo studio ci sono inoltre servizi che consentiranno agli spettatori di essere serviti, ad esempio nell’intervallo, direttamente al posto in cui sono seduti, senza doversi alzare e affrontare lunghe file al bar per uno snack. Un’innovazione che si traduce in un servizio migliore per l’utente, ma anche in un introito in più per il gestore del servizio, che si aggiunge al prezzo già pagato per il biglietto.
“Tra le esperienze più innovative allo studio – spiega ancora Scalzi – c’è anche il revenue sharing, con il coinvolgimento delle realtà commerciali tramite il couponing digitale, con promozioni specifiche riservate ai tifosi. In questo quadro – conclude il manager – Westpole è in grado di fornire l’infrastruttura tecnologica, con Cisco, per connettere gli utenti. Ma abbiamo anche la capacità di gestire le applicazioni in casa, grazie al cloud e ai data center di proprietà, e di integrare le applicazioni grazie alla nostra software factory di Bologna, interfacciandoci con altre piattaforme. Il nostro impegno in questo momento non è soltanto quello di proporre soluzioni, ma di ascoltare i nostri clienti, capire le loro esigenze, esaminare le loro strategie e offrire loro le soluzioni migliori caso per caso”.