IL CASO

Disaggregrazione servizi Tlc, la Ue: “Esamineremo il caso”

La Commissione europea in contatto con le autorità italiane per verificare la coerenza dell’emendamento con la norma europea. Parere sfavorevole anche da parte dell’Agcom. L’Etno presenta denuncia alla Kroes. Sul piede di guerra i sindacati: “A rischio migliaia di posti di lavoro in Telecom Italia”. Ma l’Aiip non ci sta: “Emendamento in linea con norme”

Pubblicato il 08 Mar 2012

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La Commissione Ue ”ha preso nota dell’ emendamento” al Dl semplificazioni approvato martedì 7 marzo dalle Commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera, che obbliga la disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia, ed ”esaminerà la norma, in contatto con le autorità italiane” per valutarne la coerenza con le norme europee: questa la posizione ufficiale della Commissione europea. Il tono è "diplomatico", ma secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni la valutazione a caldo della norma da parte di Bruxelles ha sollevato dubbi di incompatibilità con la normativa comunitaria. I servizi di unbundling della rete, come altri servizi all’ingrosso – riferisce una fonte Ue al Corriere delle Comunicazioni – sono regolati dalla normativa comunitaria in base a un meccanismo preciso e rigoroso di analisi dei mercati e imposizione di obblighi ex ante in caso di riscontro di posizioni di significativo potere di mercato. È dunque competenza delle Autorità di regolazione e non dei governi, la definizione di misure e provvedimenti relativi all’accesso e all’interconnesione.

Il nuovo quadro europeo ha inoltre rafforzato i principi di indipendenza delle Autorità: il ruolo e le competenze dei regolatori nazionali sono definiti con precisione nelle direttive europee, e sono sottoposti a un meccanismo di controllo comunitario da parte della Commissione e del Berec. La norma introdotta con l’emendamento, oltre a non rispettare quanto previsto dalle direttive europee in materia di competenze del regolatore – puntualizza la fonte Ue – sfugge anche al controllo comunitario sugli obblighi imposti agli operatori in posizione di dominanza.

Non ha rilasciato commenti ufficiali l’Agcom. Ma il presidente Corrado Calabrò ha però inviato una lettera al ministro dello Sviluppo Corrado Passera per segnalare il conflitto istituzionale sulla vicenda (spetta all’Authority e non al Governo decidere sulle questioni di interconnessione) e per evidenziare il rischio di procedura di infrazione per l’Italia da parte della Ue. L’Agcom avrebbe esaminato l’ emendamento al dl semplificazioni sulle tlc, ritenendolo in contrasto con la normativa europea e lo avrebbe anche scritto in un parere che le è stato chiesto dai tecnici del ministero dello Sviluppo economico. Secondo l’Agcom la norma che consente a terzi di intervenire nella manutenzione della rete Telecom sarebbe in contrasto con la normativa europea, perche’ dovrebbe essere la stessa Agcom a prevedere tale misura e non il Parlamento.

Intanto ha deciso di passare all’azione l’Etno, l’associazione che rappresenta le principali telco europee. L’associazione presieduta da Luigi Gambardella ha inviato una lettera all’Agenda digitale Neelie Kroes contro il provvedimento: "Questa norma viola le norme comunitarie che regolano il settore delle comunicazioni elettroniche, mettendo a rischio l’ indipendenza dell’ Autorità nazionale di regolazione (Agcom), poiché non rispetta le competenze ad essa assegnate dalla normativa europea in materia di imposizione di obblighi sui servizi regolati di accesso alla rete. La nuova misura, si legge nella lettera di Etno, ”minaccia seriamente l’ implementazione del quadro normativo europeo, poichémodifica la definizione di unbundling contenuta nelle direttive”.

Diversa la posizione dell’Aiip, l’associazione degli Internet provider: "L’emendamento Fava non è in contraddizione con la normativa europea e non pregiudica le competenze di Agcom. – sottolinea il Consigliere Innocenzo Genna -. L’obiettivo è quello di ridurre i costi ancillari della rete di accesso in rame, aprendo tale mercato alla concorrenza di più fornitori di servizio. Agcom resta libera e competente ad adottare norme di attuazione, ma non può mettere in discussione un principio di liberalizzazione che si pone al di fuori e al di sopra del perimetro nella normativa delle telecomunicazioni". L’associazione richiama un precedente, quello della legge francese sulla modernizzazione, emanata il 4 agosto 2008, che ha regolamentato rete di accesso e cablatura, demandando poi a Arcep la normativa definitiva. "La Commissione non ha preso alcuna iniziativa contro". E riguardo a Telecom Italia, l’Aiip sostiene che "la posizione di Telecom non dovrebbe essere pregiudicata, poichè i servizi di manutenzione che si intendono liberalizzare sono già dati in appalto. A meno che Telecom non ricavi da questo processo dei profitti di intermediazione (che sarebbero comunque illegittimi) la sua posizione non cambia. Trovo però singolare che qualcuno invochi a protezione dell’incumbent l’art. 42 della Costituzione ed il diritto di proprietà, per giustificare una situazione inefficiente su una rete che è stata pagata da generazioni di contribuenti italiani. Mi sembra un approccio ottocentesco. Dubito che la Commissione Europea possa essere disposta a difendere certe rendite di posizione".

A favore dell’emendamento si schiera anche l’Istituto Bruno Leoni che valuta "corretto e auspicabile un intervento legislativo che precisi l’obbligo di offerta disgiunta dei servizi di accesso alla rete telefonica fissa attraverso la predisposizione di prezzi separati per l’affitto della risorsa e le attivita’ accessorie e la facoltàper gli operatori alternativi di acquistare tali ultimi servizi sul mercato da imprese indipendenti".

"La liberalizzazione del settore tlc è una grande conquista su cui vedremo di sicuro l’assalto delle lobby contrarie in Senato. Ci aspettiamo che il Parlamento mantenga la schiena dritta". E’ quanto afferma Stefano Saglia (Pdl) relatore del decreto semplificazioni – "Sono stati riaperti i termini della concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni fisse con vantaggi per la pubblica amministrazione, i cittadini e le imprese. Con una maggiore concorrenza si privilegeranno gli investimenti in fibra ottica con grossi vantaggi sia dal punto di vista tecnologico che per gli utenti finali. E’ giusto continuare sulla strada della liberalizzazione anche della telefonia fissa. Infatti, finora abbiamo sperimentato che la liberalizzazione della telefonia mobile ha avuto effetti positivi per i consumatori finali".

Sul piede di guerra la Slc Cgil: “Emendamenti di questa natura vanno trattati con grande cautela perché modificano sostanzialmente gli assetti di impresa, peraltro introducendo elementi non presenti in nessun altro paese europeo”, dichiara il segretario generale Emilio Miceli. “Qualora l’emendamento fosse definitivamente approvato comporterebbe il rischio di migliaia di esuberi in Telecom”, prosegue Miceli. “Per il sindacato, in un momento nel quale l’occupazione deve rappresentare la priorità per tutte le forze politiche e sociali, non sono accettabili modifiche normative che mettono in pericolo migliaia di posti di lavoro. Slc pertanto invita le forze politiche ed il governo a non approvare il testo dell’emendamento a firma degli Onorevoli Romani e Saglia.”

Ieri anche l’Asati, l’associazione che riunisce i piccoli azionisti di Telecom Italia, è intervenuta sulla vicenda segnalando che “la proposta va assolutamente respinta, sia perchè incostituzionale (art. 42 della Costituzione), sia perchè in contrasto con la normativa Europea del settembre 2005 e anche con la regolamentazione Agcom (delibera 518/10/cons) secondo le quali sono indivisibili il servizio di manutenzione dal servizio unbundling, come del resto in tutti i Paesi Europei", puntualizza il presidente Franco Lombardi che in nome dell’associazione chiede al governo "l’immediata rimozione dell’emendamento al fine di non provocare inutili complicazioni e ritardi per dover poi correggere una norma assurda palesemente in contrasto con le leggi vigenti, con la fattibilità tecnica ed anche con il buon senso”.

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