“Quello che inizialmente sembrava essere un mercato rivolto principalmente ad una fascia alta del mercato, adesso mostra la sua maturità ed efficacia tanto da essere un driver fondamentale indipendentemente dalla dimensione dell’azienda”: Antonio Morabito, Responsabile Infrastructure Solutions di Tim fa il punto con Corcom sull’evoluzione e gli sviluppi del mercato cloud in Italia. “Il mercato prospera perché cresce il bisogno delle imprese di essere connesse, di utilizzare le nuove tecnologie e di utilizzare i big data sia per la gestione ordinaria sia per lo sviluppo innovativo del proprio business. Di conseguenza l’offerta Cloud è diventata più matura e ampia, sia in termini di servizi che di tecnologia e competitività”. Il manager, dati alla mano, evidenzia che in Italia il mercato cloud sta crescendo ad un tasso medio annuo di crescita (considerando il periodo 2017-2020) di oltre il 20% stando alle rilevazioni e alle stime di Idc, McKinsey e Gartner. Entro il 2020, secondo Gartner, il 75% delle imprese avrà implementato un modello di cloud ibrido e multicloud.
Morabito, dunque il mercato cloud italiano è alla svolta?
In Italia la crescita è guidata ancora dalle grandi imprese, ma si intravede un certo interesse per le funzionalità e i servizi offerti dal Cloud anche delle piccole e medie aziende che comprendono l’indispensabilità della gestione dei dati per rimanere competitivi e crescere.
Quali piattaforme stanno prendendo maggiormente piede e quali sono quelle più promettenti?
Nell’ultimo report dell’Osservatorio del Polimi, le imprese italiane dichiarano di fruire di servizi cloud da 3 diversi provider rispetto ai 5 di media delle imprese internazionali. Lo scorso anno, le stesse aziende dichiaravano, solo nel 16% di loro, di aver avviato un’iniziativa di integrazione secondo logiche multicloud. Oltre agli Over The Top, sono presenti numerosi Private e Public Cloud Provider. Tim ricopre un ruolo rilevante nel mercato nazionale, grazie alla lunga esperienza e a una infrastruttura ampia e affidabile rispetto ai migliori standard internazionali. Sta nascendo una domanda significativa per la gestione di ambienti ibridi e multicloud. In Tim rileviamo questa esigenza e riteniamo cruciale per le aziende evitare di rimanere bloccati nei meccanismi di lock-in dei diversi Cloud provider. Sarebbe preferibile adottare un cambio di visione basata non più sulla scelta delle platform, ma sulla selezione dei servizi che ci sono sopra, tra quelli più utili per il proprio business. Per questo servono tecnologie e competenze trasversali ed è indispensabile scegliere i partner giusti più che le singole piattaforme tecniche.
Quanto conta per le aziende il fattore risparmio costi sulle infrastrutture? È ancora la variabile numero uno?
È sicuramente ancora un fattore molto importante. Quello che non è sempre chiaro è che il passaggio al cloud è solo l’abilitatore per avviare un processo di ottimizzazione dei costi. Per avere un effettivo risparmio servono soprattutto competenze, in alcuni casi se la migrazione verso il Cloud non è progettata correttamente, il rischio è che i costi crescano invece di diminuire.
L’aspetto economico non è però più l’unico fattore determinante, esistono altre variabili che trainano questo mercato, una delle più importanti è quella dell’innovazione tecnologica, ovvero del contenuto innovativo in ciascuna soluzione. Oggi nel cloud si possono avere a disposizione, a costi accessibili, servizi come Machine Learning, Intelligenza Artificiale, soluzioni per la gestione dei Big Data e dell’IoT. Le aziende italiane per rimanere competitive non possono permettersi di trascurare questi driver.
Tim è anche un provider cloud: quali sono i vantaggi per un’azienda di rivolgersi a una telco e non a un provider “puro”?
I vantaggi di rivolgersi a una telco, anziché a un provider puro, sono diversi, e sostanzialmente derivano tutti dall’esperienza accumulata all’interno di una struttura organizzata in grado di facilitare i processi d’innovazione. Al primo posto metterei la possibilità di offrire un’infrastruttura convergente, intesa come Data Center, Servizi Cloud, rete fissa/mobile. Una offerta così strutturata consente di garantire performance ed elevati standard di qualità su tutta la catena di servizio coinvolta. Un altro aspetto fondamentale è la sicurezza dei dati. Le telco in Italia hanno procedure e competenze consolidate per la gestione dei dati dei loro clienti, tutte regolate dalle note normative italiane ed europee. In Tim la sicurezza dei dati in rete è uno degli asset principali e negli anni ci siamo fortemente impegnati per avere gli stessi elevati livelli di sicurezza anche sui servizi Cloud.
Un ulteriore vantaggio deriva dal crescente cambio di approccio al cloud computing. Le aziende clienti tendono a scegliere non più le piattaforme ma i servizi e le soluzioni migliori dai diversi Cloud Provider, per questo le telco sono avvantaggiate dalla neutralità rispetto allo scenario dei grandi player Cloud Ott. Inoltre alcune telco, come Tim, hanno tra i propri asset fondamentali la prossimità con i propri clienti che, in aggiunta alle giuste competenze, può permettere di avere una più corretta analisi di mercato per indirizzare le aziende verso le soluzioni più adeguate alle loro esigenze. Questo è il vero lavoro di un partner tecnologico.
La strategia di Tim nell’ultimo anno si è evoluta proprio in questa direzione, siamo diventati il primo Cloud provider Italiano e abbiamo l’obiettivo ambizioso di diventare il primo Multicloud Provider pronto a rispondere ad ogni specifica esigenza dei nostri clienti con le migliori soluzioni possibili grazie alla nostra esperienza.
Come si è sviluppata negli anni l’offerta cloud Tim e come si sta evolvendo ora?
L’esperienza Cloud di Tim nasce con la virtualizzazione dei propri sistemi informativi e si evolve, nel 2010, con il lancio sul mercato della prima importante offerta Cloud italiana su scala industriale.
Attualmente Tim possiede una decina di Data Center propri, distribuiti sul territorio nazionale, aggiornati ai più elevati standard tecnologici e comprendenti anche siti con certificazione Tier IV dell’Uptime Institute. L’offerta si è ampliata continuamente negli anni, tanto che oggi il portafoglio di servizi comprende tutte le soluzioni Virtual Private e Public Cloud, nelle declinazioni IaaS, SaaS e PaaS. L’offerta Cloud Tim si sta evolvendo in un’offerta Multicloud & Managed Services, affiancando agli ormai consolidati servizi e infrastrutture di tipo Private e Public, erogati dai Data Center TIM, un modello Hybrid Cloud completamente gestito e con la possibilità di proporre i servizi Public Cloud dei principali Provider, con cui Tim sta stringendo delle partnership.
Quali sono i servizi a valore aggiunto dell’offerta cloud di Tim?
I nostri clienti trovano in Tim un interlocutore unico e qualificato per la gestione delle proprie architetture Cloud, siano esse Private o Public erogate dai Data Center Tim, o da quelli dei principali Hyper Cloud Provider. I managed services per gestire ed adattare i servizi Cloud alle esigenze dei nostri clienti sono centrali nella nostra strategia di offerta. Tim può offrire servizi di progettazione, delivery, gestione, assistenza in italiano, fatturazione e migrazione. Il tutto secondo le norme vigenti della privacy e del Gdpr, in processi consolidati che consentono una risposta puntuale ed adeguata alle necessità del nostro cliente.
Quali saranno le evoluzioni e gli impatti sulle offerte Cloud di Tim alla luce del Piano Triennale della PA?
Le circolari AgID impongono alle PA di adottare l’approccio Cloud First che privilegia l’acquisto di soluzioni Ict basate su soluzioni SaaS, PaaS e IaaS nonché di qualificare le offerte su un apposito marketplace gestito dalla stessa AgID. Tim considera da sempre strategica l’evoluzione e la trasformazione digitale delle PA e per tale ragione si è mossa su più fronti per esserne sempre di più il partner tecnologico di riferimento. Grazie all’aggiudicazione (insieme ad altre aziende) del primo lotto della gara Spc Cloud, Tim è divenuta di fatto il provider principale per le PA per l’erogazione di servizi Cloud e di servizi professionali di Cloud Enabling. Oltre 600 tra grandi enti centrali e amministrazioni locali hanno già aderito al servizio. Tim, inoltre, rafforza ulteriormente il proprio ruolo di abilitatore tecnologico per la Pubblica Amministrazione avendo ottenuto da AgID la qualifica di Cloud Service Provider per la fornitura di servizi attraverso il marketplace della PA. Questo consente di ottenere un duplice obiettivo: da una parte permette alle PA di acquistare servizi IaaS complementari all’offerta SPC Cloud, dall’altra consente alle aziende che sviluppano servizi software per la PA di utilizzare il cloud di Tim per qualificarsi come fornitori SaaS sul marketplace AgID. Il requisito imprescindibile della qualificazione dei SaaS è erogare le soluzioni da un PSN (Polo Strategico Nazionale), da SPC Cloud Lotto 1 o da una soluzione qualificata sul marketplace.
L’avvento del 5G potrà spingere la diffusione del cloud?
Il 5G darà una spinta ancora maggiore al mercato. Le soluzioni per IoT, l’Industry 4.0 e le Smart City avranno un impulso importante legato alla potenza delle piattaforme Cloud e alla qualità, sicurezza e performance della nuova rete. Prevediamo che con il 5G anche le soluzioni di Edge Computing avranno un forte impulso, per questo il Cloud di Tim avrà anche delle istanze di prossimità sul territorio che garantiranno la possibilità di sfruttare le potenzialità del Cloud Computing dove servono bassissimi tempi di latenza. La nuova tecnologia porterà nuove soluzioni per i clienti e nuovi modelli di business per tutto il mercato B2B.
Tim, con la nuova rete 5G, con le proprie infrastrutture, con i migliori Data Center, con l’approccio Multicloud e soprattutto con la sua storia fatta di personale qualificato in costante aggiornamento, si conferma come il partner ideale per accompagnare le imprese italiane nella digital transformation. Processo diventato il fattore critico di successo per sopravvivere e crescere nel mercato globale, fatto di tecnologia all’avanguardia e di soluzioni innovative.