Debutta oggi in Borsa Uber Technologies con la Ipo più grande per un’azienda tech Usa da quella del 2012 di Facebook e la decima in assoluto più grande dell’anno. Azioni in vendita a 45 dollari, verso la parte bassa della forchetta che era stata indicata e che andava da 44 a 50 dollari.
Il gruppo Uber ha venduto 180 milioni di titoli a quel prezzo raccogliendo 8,1 miliardi di dollari e raggiungendo una valutazione di 75 miliardi circa, ben al di sotto dei 120 miliardi a cui aveva puntato lo scorso anno. Il titolo debutterà al New York Stock Exchange con simbolo Uber.
L’azienda ha preferito un approccio cauto nel determinare il prezzo con cui iniziare gli scambi per scongiurare il bis del flop di Lyft, il gruppo rivale che si è quotato il 29 marzo scorso raccogliendo 2,3 miliardi e raggiungendo una valutazione di 24 miliardi. A parte un rally iniziale, il titolo Lyft è stato protagonista di un sell-off che lo ha visto scendere dal prezzo di collocamento di 72 dollari ai 55,18 dollari di ieri.
Nonostante la cautela, i cofondatori e i primi investitori dell’azienda hanno visto lievitare le loro partecipazioni. Il più grande socio in Uber, il Vision Fund della giapponese Softbank vanta una quota di 10 miliardi di dollari sulla base del prezzo di collocamento (nel gennaio 2018 aveva iniettato 7,7 miliardi nel gruppo).
Il cofondatore ed ex Ceo Travis Kalanick, cacciato nel 2017 per condotta controversa, ha una quota che vale 5,3 miliardi. La quota dell’altro cofondatore, Garrett Camp, vale 3,7 miliardi e quella del primo dipendente dell’azienda, Ryan Graves, vale 1,15 miliardi. Grazie a un patteggiamento siglato con Uber (accusato dalla divisione Waymo di furti di segreti commerciali) Alphabet può contare su una quota da 3,2 miliardi. La quota del Ceo Dara Khosrowshahi vale 8,8 miliardi.