LO SCENARIO

Copyright, le nuove norme Ue preoccupano YouTube

La direttiva europea sul copyright può mettere in ginocchio il business della piattaforma per la condivisione di video. La normativa verrà attuata nei vari Paesi entro due anni e potrebbe costringere moltissimi youtuber a cambiare radicalmente la propria attività

Pubblicato il 13 Mag 2019

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Due anni di tempo prima che la direttiva venga recepita dagli Stati membri. Due anni per provare a far stemperare i toni almeno nelle legislazioni nazionali. È la missione che secondo Cnbc si è data YouTube dopo l’approvazione della norma europea che mette seriamente a rischio il modello di business del social dedicato al video, perché impatterà direttamente sulle attività degli youtuber, cioè dei suoi agenti più importanti e proficui.

Sono ormai centinaia di migliaia infatti gli youtuber che temono di dover trovare un “piano b” che consenta loro di accendere fonti di reddito alternativo a quelle ricavate dai canali su YouTube, nei quali vengono presentati video con musica, spezzoni e clip presi direttamente da altri prodotti editoriali: canzoni altrui, film, telefilm, fotografie, immagini di persone e via dicendo.

Per moltissimi youtuber infatti le nuove regole potrebbero mettere in discussione il motivo stesso per cui fare business, e non solo. La normativa infatti impatta direttamente il modo con il quale molti youtuber possono esprimere la propria creatività sul social video. Con le nuove norme sul copyright approvate in Europa, che come detto entro due anni verranno recepite e convertite in legge, le piattaforme tecnologiche come YouTube potrebbero essere ritenute corresponsabili per ospitare contenuti coperti da copyright sui quali non abbiano un adeguato accordo di licenza per la riproduzione. Questo è un cambiamento estremamente importante rispetto all’attuale regime, che invece assume che le piattaforme non siano legalmente responsabili per quello che viene caricato dai propri utenti fintanto che mettono offline il materiale che viola le normative una volta che è stato segnalato. Invece, secondo la direttiva europea sul copyright, aziende come YouTube diventano legalmente responsabili a meno che non possano provare di aver fatto ogni sforzo per ottenere l’autorizzazione alla pubblicazione dei contenuti e soprattutto prevenire la condivisione nel caso che questi accordi non sia stato possibile farli sottoscrivere agli avente diritto.

YouTube e altre piattaforme tecnologiche hanno sostenuto che l’unico modo pratico per evitare la responsabilità e impedire le violazioni sarà quello di installare filtri per contenuti ancora più restrittivi rispetto a quelli che attualmente sono in funzione. La direttiva Ue non impone alle società tecnologiche di farlo e ci sono delle eccezioni per l’utilizzo di materiale protetto da copyright nei casi delle parodie o dei commenti.

Tuttavia, gli esperti sostengono che per le piattaforme sarà difficile riuscire a creare filtri automatici in grado di distinguere i differenti tipi di contesto, almeno all’inizio. Ciò potrebbe significare che ogni canale dovrebbe evitare di utilizzare qualsiasi film o clip TV nelle sue recensioni per garantire che i video vengano caricati senza inciampi.

Molti youtuber, secondo Cnbc, restano ottimisti sul fatto che la versione finale delle normative sarà più flessibile rispetto al linguaggio della direttiva che è più generale e di difficile comprensione quando si tratta di calarlo in specifici esempi concreti. Ma YouTube non vuole lasciare le cose al caso.

YouTube è infatti pronta a contrastare le misure dell’Ue, che minaccia di costringerla a bloccare un’ampia gamma di contenuti e rallentare il processo di caricamento dei video sul sito per evitare responsabilità. Se YouTube scegliesse infatti di bloccare i contenuti protetti da copyright con filtri di caricamento più severi, tutto quanto – da un video di famiglia del primo ballo di coppia di una coppia a un video di sfida di danza potenzialmente virale come un flash mob “Harlem Shake” – potrebbe essere bloccato dal sito. I creatori e gli utenti frustrati possono lasciare la piattaforma se questa non fornisce più lo sbocco per esprimere la loro creatività.

Se i creatori scelgono di andarsene altrove con il loro lavoro, questo significherebbe un minor numero di video da guardare su YouTube e meno possibilità per YouTube di generare entrate pubblicitarie. La società è già sotto pressione per aumentare le entrate pubblicitarie dopo che le modifiche apportate ai suoi algoritmi negli ultimi dodici mesi hanno probabilmente danneggiato gli inserzionisti, preoccupati quando i loro marchi appaiono accanto a video sconvenienti.

Il Cfo di Alphabet, Ruth Porat ha incolpato YouTube in parte per la decelerazione della crescita dei ricavi pubblicitari della società nel suo primo trimestre 2019, che ha fatto precipitare le azioni di Google di più del 7% in seguito al rapporto.

“Mentre – ha detto Porat agli analisti – i clic di YouTube continuano a crescere a un ritmo sostanziale nel primo trimestre, il tasso di crescita di YouTube è diminuito rispetto a un forte primo trimestre dello scorso anno, riflettendo i cambiamenti che abbiamo fatto all’inizio del 2018, che riteniamo siano in generale utili per l’utente e per gli inserzionisti».

YouTube riconosce l’importanza di mantenere felici i suoi creatori sulla piattaforma. In un post sul blog del 30 aprile, l’amministratore delegato Susan Wojcicki ha detto che YouTube mirerà a promuovere ulteriormente una vasta gamma di video di creatori nella sua lista delle tendenze per rispondere alle preoccupazioni degli stessi youtuber.

Wojcicki ha anche detto che YouTube sta lavorando per migliorare il suo strumento manuale che gestisce le richieste di protezione di materiali sotto copyright in modo che gli utenti di YouTube non siano penalizzati ingiustamente per le richieste di copyright derivanti da un utilizzo di contenuti estremamente breve o accidentale. Ma con la nuova direttiva, probabilmente YouTube dovrebbe ripensare anche a questo processo di rivendicazione.

“La struttura di incentivi – dice Stephan Dreyer, ricercatore della legge sui media e governance dei media presso l’Hans-Bredow-Institut in Germania – per YouTube sarebbe quella di eliminare tutto ciò in cui ha dei dubbi sulla sua illegalità. In caso di dubbio, la macchina deve sempre decidere contro il creatore del contenuto e questo è qualcosa che il paragrafo 7 non è in grado di affrontare”, ha aggiunto, alludendo alla sezione che consente eccezioni di commenti e parodie.

Nella sua ultima versione, la direttiva fa eccezioni specifiche per il contenuto che viene usato per fare critica, citazioni o parodie, che gli esperti legali hanno detto dovrebbero spazzare via tutti i timori per quello che è stato etichettato come un “divieto del meme”. Gli oppositori della direttiva originariamente sostenevano che la misura avrebbe impedito la diffusione dei meme poiché le immagini protette da copyright che costituiscono la base di molti di questi messaggi satirici potrebbero finire per essere filtrate dalle piattaforme. Ma anche dopo la revisione del testo, decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in Germania la settimana del voto parlamentare dell’UE, impegnandosi a “salvare internet”.

YouTube sul suo blog aziendale ha commentato che le revisioni apportate alla direttiva prima del suo passaggio erano un “miglioramento”. Ma la società continua a diffidare di come verrà implementata.

“Mentre sosteniamo i diritti dei detentori del copyright – YouTube ha rapporti commerciali con quasi tutte le compagnie di musica e le emittenti televisive di oggi – siamo preoccupati per i requisiti vaghi e non testati della nuova direttiva”, ha scritto in un post sul blog aziendale il Ceo Susan Wojcicki. Che ha aggiunto: “Potrebbe creare gravi limitazioni per ciò che i creativi di YouTube possono caricare. Ciò rischia di ridurre le entrate dei media tradizionali e delle compagnie musicali da YouTube e potenzialmente ridurre sul lastrico i molti creatori europei che hanno costruito le loro attività su YouTube”.

Per i critici della direttiva europea, l’ultima speranza secondo Cnbc è quella che le norme sia scritte in maniera tale da non rendere possibile il loro funzionamento. Alcuni esperti legali americani sostengono infatti che alla fine il destino della rete in Europa si giocherà nelle aule di tribunale e che il modo con il quale le normative possono essere effettivamente applicate o no farà la differenza.

“Avevamo visto succedere tutto questo con la Gdpr – dice Georgia Shriane, avvocato dello studio legale del Regno Unito Boyes Turner, riferendosi al regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Ue entrato in vigore lo scorso maggio – Un anno dopo, le persone si sono adattate nonostante il contraccolpo iniziale”.

“Si comincia con una sensazione disperata che non sia possibile farcela – dice Jaclyn Wilkins, avvocatessa inglese esperta di gaming, tecnologia e media digitali presso lo studio legale Charles Russell Speechlys – Ma alla fine le persone iniziano ad adattarsi e tutto questo diventa la nuova normalità. Succederà ancora così”.

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