Siamo nel mezzo della quarta rivoluzione industriale e l’Italia, allo stato attuale, rischia di perdere il treno della crescita e dello sviluppo sostenibile. Il monito arriva da Andrea Rangone, ceo del Gruppo Digital360, dal palco del convegno inaugurale della trentesima edizione di Forum PA.
Rangone evidenzia i tre indicatori chiave che raccontano di un’Italia in affanno sul fronte economico. “Il Pil pro-capite in 10 anni ha visto allargare il gap con i Paesi dell’Eu5 – puntualizza – Male anche le performance della produttività del lavoro che è una delle più basse a fronte di un tasso di disoccupazione che, invece, è tra i più alti”.
Ai macro-indicatori si aggiunge il ritardo sugli investimenti in innovazione: “Mancano all’appello 15 miliardi – sottolinea il ceo – Risorse cruciali per spingere i due driver di sviluppo che sono la digitalizzazione e la nuova imprenditorialità”.
A queste condizioni il Paese fatica a governare un “cambiamento epocale, oggi si dice disruptive – avverte Rangone – a meno che non si inverta la rotta”. Come? La ricetta è chiara. “Serve un elettroshock culturale – dice – Serve un’azione di sistema che veda in campo in primis la politica e l’impresa ma anche i media e gli analisti”.
In questo quadro un ruolo strategico lo gioca la PA. “In Italia la spesa pubblica pesa il 50% del Pil – conclude Rangone – Una PA efficiente, motivata e sempre più digitale è indispensabile per consentire un vero ammodernamento e rilancio dell’intero Paese”.