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Il premier Conte al Forum PA: “Impegnati a cogliere l’opportunità digitale”

Il presidente del Consiglio interviene alla giornata di chiusura della manifestazione: “Governo e PA devono adattarsi alla metamorfosi. Massima attenzione al tema delle nuove competenze”. Il presidente di Fpa, Carlo Mochi Sismondi: “Serve alleanza pubblico-privato”. Il ceo di Digital360, Andrea Rangone: “Azione di sistema per dare spinta a digitalizzazione”

Pubblicato il 16 Mag 2019

Fpa Conte

La mattinata del terzo e ultimo giorno di Forum PA 2019 si chiude con l’intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella giornata dedicata al tema della digitalizzazione del Paese, che passa necessariamente da quella della sua Pubblica amministrazione. Al convention center “La Nuvola” di Roma il premier ha ricordato che “le tecnologie digitali stanno trasformando l’economia e la società con tempi e modalità del tutto nuove, con esiti irreversibili e spesso non prevedibili. Il Governo e le pubbliche amministrazioni devono sapersi adattare alla trasversalità e alla complessità di quella che sembra essere un’autentica ‘metamorfosi’, che tocca varie dimensioni e rimette in discussione principi e istituti, nel campo del lavoro, dell’istruzione, della fiscalità, del commercio, della sicurezza, modificando profondamente il ruolo dello Stato e dell’amministrazione”. 

“Con particolare riguardo al lavoro – ha proseguito il premier – occorre considerare che una quota significativa di posti di lavoro è a rischio di automazione e, contestualmente, è notevolmente accresciuto il divario salariale a vantaggio dei lavoratori con competenze digitali più avanzate. Certamente, occorre il massimo impegno per favorire una formazione, anche digitale, adeguata alle mutate esigenze del lavoro”. 

La digital transformation però, deve muoversi nella direzione di essere non produrre “ulteriore esclusione sociale, ma sia funzionale a un autentico miglioramento della qualità di vita, nella prospettiva di uno sviluppo equo e rispettoso dei diritti fondamentali della persona – ha proseguito Conte – Se perdessimo di vista questa dimensione, il processo non sarebbe né positivo né sostenibile. Al contrario, genererebbe soltanto nuove e più insidiose forme di diseguaglianza nei diritti e nelle opportunità. Acquisita questa consapevolezza, le pubbliche amministrazioni devono essere poste nelle condizioni di affrontare e vincere le sfide della trasformazione digitale, facendosi parte attiva nei processi di innovazione”. 

Nel campo della Cultura digitale però l’Italia sconta ancora un gap importante da colmare rispetto ad altri paesi Ue: “Proseguire con l’azione di digitalizzazione già avviata è estremamente complesso – sottolinea il presidente del Consiglio – perché il processo deve essere accompagnato da un serio intervento volto a ridurre il divario di competenze, attraverso un’educazione digitale inclusiva, che coinvolga non solo la scuola, ma anche altre istituzioni, compresi i media, in grado di collaborare nella alfabetizzazione digitale”. 

Quanto infine all’e-government, “la pubblica amministrazione del presente e del futuro non è solo quella dei servizi pubblici digitali efficienti, ma anche una pubblica amministrazione ‘dei dati’ – conclude il premier – Benché il settore pubblico sia il più grande produttore di dati, mancano purtroppo organizzazione e metodologia per sfruttare l’abbondanza dei dati prodotti e raccolti. Una migliore gestione di questi dati potrebbe supportare i decisori istituzionali e i dipendenti pubblici. L’azione pubblica potrebbe essere più efficacemente orientata a comprendere in modo accurato le istanze dei cittadini, a prevedere nuovi bisogni, a elaborare innovativi strumenti di policy, a monitorare le iniziative intraprese e le risorse impegnate, valutandone con oggettività i risultati. I dati possono diventare quindi un asset essenziale per il Governo, guidando il processo decisionale in termini di maggiore strategia e operatività”.

Proprio dalla terza giornata della manifestazione su innovazione e sostenibilità nella Pubblica amministrazione organizzata da Fpa, società del gruppo Digital360, è arrivata la conferma di come l’Italia si trovi ancora – nonostante il cambio di passo degli ultimi anni – al quartultimo posto tra i Paesi europei per attuazione dell’Agenda digitale. La ricetta per recuperare questo gap, secondo quanto scaturito dai lavori, è quella di dare vita a un’alleanza, una partnership tra pubblico e privato, che permetta alla PA di creare valore per il Paese attraverso una governance collaborativa.

“Oggi ci troviamo nel mezzo della quarta rivoluzione industriale, ma all’Italia mancano all’appello circa 15 miliardi di euro l’anno di investimenti nel digitale per recuperare il gap con la media di spesa sul Pil dell’EU5, con Regno Unito, Germania, Francia, Spagna – sottolinea Andrea Rangone, amministratore delegato del Gruppo Digital360 – Il Paese ha compiuto molti passi avanti nell’Agenda Digitale, ora serve un’accelerazione e uno ‘shock’ anche culturale a tutti i livelli per dare una spinta sulla digitalizzazione, attraverso un’azione di sistema, in cui la Pubblica Amministrazione è protagonista”.

“La PA digitale non è altro che una buona amministrazione adatta alla società in cui viviamo, solo così può essere il fattore abilitante per lo sviluppo sostenibile del Paese e può migliorare la qualità dei servizi – aggiunge Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa – Negli ultimi mesi, con il piano triennale, sono stati fatti diversi passi avanti in progetti strategici che consentiranno alle PA di ogni livello di erogare servizi pubblici di qualità, prendere migliori decisioni basate sui dati, fare evolvere processi interni e modelli organizzativi. Per la piena attuazione della digitalizzazione della macchina pubblica però serve una ‘governance collaborativa’ e un’azione congiunta di tutti gli enti. È indispensabile un’alleanza tra mondo pubblico e privato, partendo anche dalla necessaria rivisitazione delle modalità di procurement pubblico”.

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