“È ora di accelerare il 5G in Europa. Non possiamo permetterci di far evolvere i nostri imprenditori e le nostre imprese europee su un’infrastruttura vecchia e obsoleta. Il 5G deve essere visto come una infrastruttura nazionale critica, tanto vitale quanto i treni, i porti o gli aeroporti”. Dal palco della Viva Technology Conference di Parigi il ceo e presidente di Ericsson Börje Ekholm ha esortato nuovamente i governi e le autorità di regolamentazione europei ad agire in fretta per rimuovere le barriere che ostacolano il roll out del 5G.
In Europa, ha detto il numero uno di Ericsson, manca uno sforzo normativo concertato in grado di facilitare la rapida realizzazione delle nuove infrastrutture. E proprio la mancata risposta su questo fronte determinerà lo svantaggio competitivo dell’Europa.
“Gli Stati Uniti e la Cina considerano il 5G una infrastruttura nazionale critica e la spina dorsale della digitalizzazione della società”, ha detto Ekholm ricordando che l’Europa ha avuto lo stesso approccio quando è stato lanciato il 4G non riuscendo a imporsi sulla tecnologia con il risultato che l’Europa ha perso tre o quattro anni. Non è stato un caso, ha detto, che i grandi “campioni” del 4G – Alibaba, Netflix e Tencent – siano emersi dagli Stati Uniti e dalla Cina, e non dall’Europa. “Spetta ai paesi decidere se vogliono essere parte della rivoluzione 5G”, ha detto.
La questione dello spettro: fare cassa una miope priorità
Ekholm ha detto che lo spettro 5G deve essere reso disponibile in modo coordinato e a prezzi ragionevoli per catalizzare il lancio dell’infrastruttura digitale. “Oggi un’asta di spettro è considerata un successo se aumenta la quantità massima di denaro per le entrate fiscali del governo, ma la realtà è che dobbiamo considerare tutti gli altri benefici che si ottengono dalla rapida costruzione dell’infrastruttura di Tlc. Ekholm ha anche chiesto un intervento sulla durata delle licenze per lo spettro, affermando che l’attuale approccio in Europa ha come conseguenza l’incertezza degli investimenti.
La sicurezza delle reti, i “test” non sono la chiave
Per quanto riguarda la sicurezza, Ekholm ha sottolineato l’impegno di Ericson a collaborare per garantire che i problemi di sicurezza siano affrontati e risolti, in modo da non vanificare lo scopo della tecnologia. “Con il 5G, quando abbiamo la capacità di connettere ogni ‘cosa’ la sicurezza è ovviamente di importanza cruciale”, ha detto. “La sicurezza end-to-end 5G è stata presa in considerazione quando è stato progettato il 5G ma come per ogni sistema nella storia della tecnologia, non è possibile garantire la sicurezza al 100%”.
Considerata la complessità dell’architettura futura e delle reti future, la sicurezza 5G non dipenderà solo dalle apparecchiature nelle reti. Dipenderà anche dalle soluzioni di sicurezza implementate e dai parametri operativi della rete, in pratica dalle decisioni che saranno prese dagli operatori. “La domanda di sicurezza è una questione globale e importante”. E il manager ha aggiunto che Ericsson non crede che i test post-sviluppo possano rappresentare la soluzione al problema: “In realtà, crediamo che i test post sviluppo e la divulgazione del codice sorgente rischino di creare un falso senso di sicurezza. Nel moderno sviluppo del software abbiamo implementazioni continue. Ad esempio, abbiamo un nuovo roll out delle funzionalità ogni due settimane. Quindi, se stiamo attraversando quel ciclo di test, il risultato sarà di ritardare l’introduzione di nuove funzionalità”.