MISE

Tavolo Tlc, 4 “macro-aree” per spingere lo sviluppo del settore

Riflettori su appalti e dumping, formazione continua, ammortizzatori sociali e norme. In campo rappresentanti del governo, sindacati e associazioni di categoria. Il “dossier” Tim resta cruciale. Asstel: “Bisogna spingere sul Piano Banda ultralarga”

Pubblicato il 21 Mag 2019

reti-tlc-170918133545

Avviare un percorso comune per affrontare le questioni che “attanagliano” e mettono il freno al settore delle Tlc in Italia. Questo l’esito del tavolo sulle Tlc convocato oggi al Mise presieduto dal Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial e dal Consigliere Giuridico del Ministro Di Maio per le Telecomunicazioni e l’Innovazione digitale Marco Bellezza (fra i protagonisti dell’edizione 2019 di Telco per l’Italia del 12 giugno prossimo) e che ha visto presenti anche rappresentanti del Ministero del Lavoro, Assocontact, Asstel e le organizzazioni sindacali.

“Abbiamo convocato questo tavolo allo scopo di affrontare in maniera strutturale e ampia la situazione delle telecomunicazioni. Si tratta del proseguimento di un percorso iniziato con i tavoli di crisi su specifici casi aziendali, a seguito dei quali si è reso necessario un confronto sulle tematiche inerenti lo sviluppo economico di tutto il settore”, ha sottolineato il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial.

“E’ obiettivo del Governo favorire questa rapida trasformazione del settore investendo nello sviluppo di nuove tecnologie, come il 5G, e nel campo della formazione in modo tale che il know how dei lavoratori diventi un valore aggiunto per l’azienda”, ha evidenziato il Consigliere Marco Bellezza.

Appalti e dumping, formazione continua, ammortizzatori sociali e norme le questioni su cui si è concentrato il dibattito. Il tavolo si articolerà infatti nelle quattro macro aree per approfondirne gli aspetti. La prima riguarda il dumping contrattuale e la gestione degli appalti e vedrà la collaborazione della cabina di regia del Mise. Il secondo tema è quello della formazione continua e del reskilling. In questo caso la regia verrà affidata al Ministero del Lavoro insieme ad Anpal. Il terzo pilastro concerne tutto ciò che riguarda gli ammortizzatori sociali e la costituzione di un fondo con il contributo dell’azienda che possa tutelare i lavoratori del comparto in situazioni di crisi. Il quarto e ultimo è legato alle questioni regolamentari su cui sarà coinvolto il Mise in sinergia con Agcom e Agcm.

Riguardo alle possibili soluzioni individuate per fronteggiare le difficoltà del settore, le parti hanno discusso sulla possibilità di creare un apposito fondo di solidarietà, di estendere gli effetti della clausola sociale, attualmente in vigore solo per i call center, ai lavoratori di tutti i settori delle telecomunicazioni. Infine si è affrontato il problema della concorrenza sleale e della delocalizzazione delle attività, conseguente all’utilizzo del criterio del massimo ribasso nelle gare d’appalto, che penalizza i lavoratori. Una delle soluzioni potrebbe essere lo smart working da applicare agli addetti dei call center, al fine di migliorare la qualità di vita dei lavoratori e consentire un maggior risparmio per le aziende.

E i riflettori si sarebbero poi accesi sul “caso” Tim ossia sulle decisioni dell’azienda in merito all’eventuale scorporo della rete, della fusione con Open Fiber o di altre decisioni strategiche che possano impattare sul futuro dell’azienda e quindi anche e soprattutto sui lavoratori.

Asstel: completare il piano bando ultralarga

Il completamento del piano banda ultralarga una delle questioni più stringenti secondo Asstel. Ma che fa il paio con semplificazione normativa, rimozione di ostacoli regolamentari, misure di stimolo della domanda di connettività e servizi digitali da parte di cittadini e imprese. E sul fronte dell’occupazione “è necessario adottare strumenti capaci di accompagnare il processo di trasformazione digitale che investe in pieno gli oltre 200.000 addetti alle Tlc, come il Fondo di Solidarietà per la Filiera delle Tlc e la messa  in campo di adeguate politiche attive e passive del lavoro che prevedano anche programmi di formazione sulle competenze digitali dei lavoratori con l’obiettivo di prevenire così l’obsolescenza professionale e agevolare i processi di riconversione”, ha detto il direttore di Asstel Laura Di Raimondo. La crescita del Paese passa dalla realizzazione di infrastrutture in fibra e 5G ha evidenziato Di Raimondo e “per questo occorrono provvedimenti per completare il Piano Banda Ultra Larga”.

Da parte loro i sindacati puntano a un nuovo incontro per passare all’azione: “Presenteremo una proposta unitaria con Fistel Cisl e Uilcom” ha annunciato il segretario nazionale della Slc Cgil Riccardo Saccone. “Non c’è tempo da perdere perché il tema dell’obsolescenza delle professionalità è già in corso, il settore si trova nel mezzo di una grande trasformazione tecnologica e ci sono due elementi imprescindibili: la riconversione professionale e ammortizzatori sociali evoluti”, dichiara Saccone che immagina un “patto generazionale”. Il settore avrebbe bisogno infatti “di tantissime assunzioni di giovani di qualità”. In Telecom – ha ricordato il sindacalista – l’età media è di 52 anni e “così non va”. Determinante anche per i sindacati il dossier “rete Tim”: “Cassa depositi e prestiti sta provando a risolvere il problema della possibile copresenza della rete di Tim e Openfiber, il governo ci dica qual è il percorso”.

Assocontact: call center devono evolversi

“Come Assocontact, ribadiamo il nostro plauso per l’iniziativa del Vice Capo di Gabinetto del Mise Giorgio Sorial e cogliamo l’occasione per rilanciare il nostro suggerimento di avere in futuro tavoli allargati a tutte le committenze, pubbliche e private, per affrontare con un’ottica sistemica i problemi relativi al nostro settore di appartenenza, quello dei call e contact center”, ha sottolineato Lelio Borgherese, presidente Assocontact.

“Vogliamo portare all’attenzione di tutti i protagonisti del settore che l’evoluzione dei call e contact center passa tanto da una revisione profonda delle logiche sottese agli accordi commerciali con i committenti quanto da una vera capacità di innovazione tecnologica, di formazione continua e di design di nuovi processi operativi da parte degli outsourcer. Pertanto innovazione e formazione continua devono essere considerate parte essenziale di quegli strumenti che ricadono all’interno delle azioni di sistema concretamente supportate da fondi locali, nazionali ed europei. Noi imprenditori del settore abbiamo volontà vera e seria di investire sulla crescita organizzativa, professionale e manageriale delle nostre persone e delle nostre strutture; vogliamo fare fino in fondo la nostra parte e contribuire a trasformare il nostro Paese in una Smart Nation. Siamo certi che anche il Governo, il Parlamento e tutte le altre parti sociali abbiano lo stesso intendimento e vogliano aiutarci a perseguirlo con coerenza e rapidità.”, conclude Borgherese.

I sindacati

I sindacati hanno focalizzato l’attenzione di Tim e il futiro della Rete. “Per la Uilcom è di primaria importanza che gli assetti che si andranno determinando permettano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali ed i perimetri aziendali in essere con una Rete che venga valorizzata – si legge in una nota – ma che resti interamente all’interno del Gruppo Tim mentre siamo totalmente contrari ad eventuali disaggregazioni e spezzatini perché la forza di questa Azienda è sempre stata quella di essere una unica e grande realtà industriale”. Per il sindacato giodato da Salvo Ugliarolo “è necessario massimizzare ed ottimizzare gli investimenti sulla Rete e gli sforzi che permettano a P.A. ed imprese di implementare percorsi di ammodernamento rapidi ed efficaci”.

Focus anche sul re-skilling. Per il segretario nazionale della Slc Cgil Riccardo Saccone, “non c’è tempo da perdere perché il tema dell’obsolescenza delle professionalità è già in corso, il settore si trova nel mezzo di una grande trasformazione tecnologica e ci sono due elementi imprescindibili: la riconversione professionale e ammortizzatori sociali evoluti”, Saccone  immagina un “patto generazionale”. Il settore avrebbe bisogno infatti “di tantissime assunzioni di giovani di qualità; in Telecom l’età media è di 52 anni, e così non va”, osserva il sindacalista. Un altro tema che, secondo Saccone, deve essere al centro dei lavori del tavolo è quello della rete: “Cassa depositi e prestiti sta provando a risolvere il problema della possibile copresenza della rete di Tim e Openfiber, il governo ci dica qual è il percorso”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2