MEDIA

Hate speech, ecco il regolamento Agcom: multe salate per chi non si adegua

Quello delle espressioni d’odio non è un problema che riguarda soltanto i social: l’Authority vara le norme anche per la Tv, la radio e la stampa. Per le violazioni più gravi multe dal 2 al 5% del fatturato

Pubblicato il 23 Mag 2019

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Porre un argine alle espressioni violente o che istighino all’intolleranza sui mezzi di comunicazione. E’ l’obiettivo del nuovo regolamento varato dall’Agcom, promosso dal consigliere Antonio Nicita, che prende di mira l’hate speech non soltanto sui social network, ma anche in televisione, in radio e sui giornali.

Sotto la lente dell’authority sono finite tutte quelle espressioni che utilizzano una serie di luoghi comuni contro specifici bersagli, con discriminazioni – ad esempio quelle etniche o di genere – e che prendono spunto da episodi singoli per farne il punto di partenza per generalizzazioni che non trovano riscontro in dati oggettivi.

Sulla base del nuovo regolamento Agcom si riserva di entrare in azione sia facendo leva sul proprio sistema di monitoraggio, sia sulle segnalazioni che potranno arrivare da associazioni o da organizzazioni rappresentative, tutelando in ogni caso la libertà di espressione dei singoli e la libertà di stampa.

Il livello delle violazioni prevede tra l’altro un approccio differenziato a seconda dei casi: da da una parte le violazioni episodiche saranno sanzionate con una semplice segnalazione sul sito di Agcom, dall’altra le sanzioni saranno più dure nel momento in cui le irregolarità saranno sistematiche: alla contestazione dell’authority gli editori o le piattaforme avranno 15 giorni per le proprie controdeduzioni, mentre le violazioni che interesseranno i singoli professionisti, come nel caso dei giornalisti, vedranno un coinvolgimento dell’ordine di riferimento.

Se infine le diffide dell’authority non otterranno soddisfazione, e se quindi le condotte irregolari dovessero proseguire dopo il “cartellino giallo”, i media coinvolti rischiano sanzioni variabili dal 2 al 5% del fatturato.

Quanto alle piattaforme video online, nelle more dell’applicazione del regolamento Ue sull’audiovisivo, Agcom annuncia di voler concordare dei codici di condotta con gli interessati.

Quanto ai media tradizionali, come la Tv, Agcom prevede che si attivino nel promuovere inclusione sociale, coesione, promozione della diversità e dei diritti fondamentali della persona. La Tv di Stato inoltre manderà in onda, dopo le elezioni europee, uno spot per sensibilizzare il pubblico sulle “parole di pace”.

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