Tra le nuove malattie classificate dall’Organizzazione mondiale della Sanità nella propria “International statistical classification of diseases and related health problems” entra per la prima volta anche il “gaming disorder”, la dipendenza da videogiochi.
L’assemblea generale dell’Oms, che è in corso a Ginevra, ha infatti dato parere favorevole all’aggiornamento dell’elenco, che comprende ora in tutto più di 55mila patologie, e ha la funzione di uniformare diagnosi e classificazioni in tutto il mondo.
Tra i sintomi e le conseguenze del gaming disorder che identificano la dipendenza da videogames ci sono “una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati al gioco, sia online che offline, manifestati da: un mancato controllo sul gioco; una sempre maggiore priorità data al gioco, al punto che questo diventa più importante delle attività quotidiane e sugli interessi della vita; una continua escalation del gaming nonostante conseguenze negative personali, familiari, sociali, educazionali, occupazionali o in altre aree importanti”.
Perché questa condizione possa essere considerata come una patologia il comportamento “a rischio” deve verificarsi continuativamente per 12 mesi, “anche se la durata può essere minore se tutti i requisiti diagnostici sono rispettati e i sintomi sono gravi”.