DISAGGREGAZIONE SERVIZI TELECOM ITALIA

Ultimo miglio, presentata interrogazione alla Commissione Ue

I due eurodeputati Malcolm Harbour e Pilar de Castillo intervengono sulla norma italiana che mira all’obbligo di dissaggregazione dei servizi di accesso alla rete di Telecom Italia. Inviata anche una lettera al commissario Neelie Kroes: “L’indipendenza dei regolatori deve essere garantita”

Pubblicato il 14 Mar 2012

Mila Fiordalisi

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Gli eurodeputati europei Malcolm Harbour (Ecr, Presidente della Commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori e relatore della Direttiva Servizio Universale) e Pilar Del Castillo (Ppe, membro della Commissione Industria, e relatrice del Regolamento che istituisce il Berec), relatori dell’intero pacchetto di direttive comunitarie che regolano le tlc in Europa, hanno presentato un’interrogazione alla Commissione Ue a proposito dell’emendamento italiano al Dl Semplificazioni che se approvato dal Senato (già ottenuto il disco verde alla Camera), obbligherebbe la disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia.

I due eurodeputati hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea in difesa del ruolo e dell’indipendenza delle Autorità nazionali di regolazione e hanno scritto al Commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes chiedendo "cosa intende fare la Commissione europea per garantire che le norme europee in materia di regolazione dei mercati siano rispettate". I due eurodeputati sono scesi in campo ricordando le forti preoccupazioni già espresse dal Berec in merito ai rischi che comporta per il mercato interno la norma in discussione sull’unbundling in Italia, vale a dire una violazione della normativa europea che assegna la competenza delle decisioni sui mercati regolati alle Autorità indipendenti.

"La Commissione concorda con il Berec sul fatto che l’indipendenza dei regolatori definita nelle direttive europee debba essere salvaguardata", sottolineano gli eurodeputati. L’interrogazione presentata incita anche la Commissione europea a muovere un’azione a tutela delle direttive.

Intanto in Italia si è espresso sulla norma l’Ad di F2ì Vito Gamberale, a margine dell’audizione alla Camera durante la quale è stato svelato il Piano nazionale Ngn di Metroweb. "Ritengo sia una provocazione. Pensare che un cavo che porta tante fibre possa diventare un condominio è difficile e non è fattibile".

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