“Se non avremo ostacoli di varia natura sul 5G arriveremo primi”: l’ad di Tim Luigi Gubitosi manda un chiaro segnale in occasione della presentazione della relazione annuale dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete.
L’azienda, che ieri ha battuto il record di connessione europeo su backbone con una performance di 550 Gbit/s, sta spingendo forte l’acceleratore sul 5G. Ma l’andamento della roadmap dipenderà molto dalla spinta-Paese. Le nuove regole sul Golden Power e la questione elettrosmog possono costituire freni non da poco considerate le attività “burocratiche” sul primo fronte – autorizzazioni e certificazioni delle soluzioni – e quelle “demagogiche” sul secondo. Non a caso il presidente di Agcom Angelo Marcello Cardani ha definito “ridicola la questione dei limiti elettromagnetici”.
“In Europa non abbiamo nessuno davanti a noi”, ha puntualizzato Gubitosi riferendosi al primato sulle sperimentazioni 5G e ai cantieri aperti nonché alla roadmap verso la commercializzazione (Tim ha annunciato che accenderà il segnale a luglio). Determinante la questione “prezzi”: “Abbiamo speso cifre non banali, i tedeschi si stanno lamentando della loro asta ma sono a un livello molto al di sotto di quello pagato da noi. Inoltre in Italia i prezzi dei servizi tlc sono tra i più bassi d’Europa, con questi prezzi bisogna fare attenzione all’inflazione, a forza di stare attenti è arrivata la deflazione. Non siamo più negli anni 90, questa è la decade del 5G”.
Gubitosi ha anche evidenziato il ruolo di Tim nella partita digitale: “Siamo al fianco del Paese per la crescita nel digitale e ci vuole uno sforzo collettivo affinché l’Italia risalga posizioni in classifica, almeno 3-4 ogni anno”. E bisognerà anche allargare gli “orizzonti” della competizione, su scala globale e non più locale: “La competizione è con Amazon, Google e Microsoft con i quali si possono anche stringere alleanze. In Europa si sta ragionando su progetti di ricerca insieme con altri partner. Tim sembra grande ma è piccola, dobbiamo misurarci con questo scenario. Da soli siamo piccoli, bisogna assicurarsi che ci sia uno sviluppo del digitale in Italia non solo tecnologico. Siamo un’azienda privata ma faremo il massimo per stare al fianco del Paese e aiutarlo a crescere nel digitale. L’Italia ha dato molto a Tim e noi vogliamo dare molto all’Italia”.