“Lo sviluppo delle infrastrutture ultrabroadband deve diventare una priorità dell’agenda del Governo. Ci sono alcuni segnali positivi, ma ora è il momento di attuare cambiamenti di portata fondamentale”. Pietro Guindani, presidente di Asstel, si appella al governo evidenziando la strategicità delle reti veloci nella scommessa di crescita del Paese.
Guindani, eppure il governo ha spesso evidenziato l’urgenza di completare le “autostrade digitali” e il Def 2019 dedica un capitolo importante all’innovazione e alla diffusione della banda larga
Abbiamo apprezzato questi segnali ma non bastano. Oggi per posare la fibra ci vogliono almeno sette permessi da quattro enti diversi: abbiamo stimato 50mila permessi solo nelle aree bianche. Portare a compimento la semplificazione amministrativa, garantire l’applicazione omogenea delle norme su tutto il territorio nazionale, snellire gli iter procedurali è un’urgenza nazionale indifferibile. Per completare il Piano Banda Ultra Larga, inoltre, occorre sviluppare una strategia sulle Aree Grigie che, al momento, non risultano ancora destinatarie di finanziamenti pubblici. Infine va impressa una forte accelerazione alla realizzazione del Catasto delle Infrastrutture e vanno adeguati gli attuali limiti di emissione elettromagnetica ai valori indicati dalle linee guida dell’Oms e adottati dall’Ue.
In Italia si sta aprendo l’era del 5G. Siamo pronti?
Le telco hanno già dato ampiamente prova di credere nel 5G. Lo dimostrano l’impegno di risorse per l’acquisto del diritto d’uso delle frequenze, gli investimenti per la costruzione delle reti radio in parallelo alla costruzione delle reti in fibra che sono un necessario complemento. Lo dimostrano, altresì, le sperimentazioni in atto nelle città italiane che pongono l’Italia all’avanguardia in Europa. Il 5G è una tecnologia che sviluppa tutto il suo potenziale nella collaborazione tra reti e imprese, tra reti e PA: da queste collaborazioni possono scaturire prodotti e servizi nuovi e più efficienti, a più basso costo, cambiando in meglio il modo di vivere, di lavorare, di studiare e di fruire dei contenuti informativi e di intrattenimento. Vincere la sfida della trasformazione digitale significa aumentare il Pil di un punto percentuale nonché la domanda di professionalità avanzate con la riconversione di circa 1 milione di lavoratori e formazione continua sul resto della forza lavoro.
Tra le sfide delle reti di nuova generazione c’è anche il mantenimento dei livelli occupazionali. Come intervenire per conciliare redditività e occupazione, anche alla luce delle crisi che stanno affrontando le telco?
Le Tlc sono al centro di un cruciale processo di trasformazione digitale con importanti ripercussioni sull’organizzazione e sui contenuti del lavoro. Due i problemi da affrontare: l’invecchiamento progressivo della forza lavoro dovuto ad un turnover quasi nullo e il mancato allineamento tra la domanda e l’offerta di competenze in un mercato del lavoro sempre più alla ricerca di figure specializzate in discipline Stem. In questo contesto servono misure che accompagnino la trasformazione digitale del mercato del lavoro al fine di assicurare la sostenibilità occupazionale dei lavoratori della Filiera.
Quali sono le soluzioni proposte da Asstel?
Le azioni devono prioritariamente essere rivolte alla formazione di nuova occupazione ed alla riqualificazione dell’occupazione esistente, da perseguire anche attraverso l’accesso ai Fondi Europei dedicati. Occorre poi promuovere l’evoluzione omogenea degli ammortizzatori sociali, superando le differenze che sussistono nella Filiera a seconda della tipologia di azienda; sviluppare un nuovo modello “espansivo” degli ammortizzatori sociali che, valorizzando e rendendo effettivamente utilizzabili misure come il Contratto di Solidarietà Espansiva, concorra a realizzare un raccordo più efficace tra politiche passive e attive del lavoro. Stiamo lavorando all’istituzione di un Fondo di Solidarietà per tutta la Filiera Tlc per supportarne la sostenibilità e lo sviluppo occupazionale. L’implementazione di queste proposte potrebbe essere realizzata più velocemente ed efficacemente tramite un supporto pubblico inquadrato in un piano coerente di reinvestimento nel settore dei proventi derivanti dall’assegnazione delle frequenze 5G con un’attenzione particolare al capitale umano.
Le telco sono cruciali per spingere la digital transformation. Come si inserisce in questo quadro l’impegno di Asstel per le smart city?
Asstel è convinta che il dialogo e la collaborazione tra imprese delle telecomunicazioni ed i territori siano fondamentali per lo sviluppo di innovazioni che interessano tutti i cittadini e le organizzazioni pubbliche e private. Per questo motivo, abbiamo avviato il ciclo di incontri “Città e Cittadini del Futuro”, con cui intendiamo favorire la condivisione e la conoscenza delle potenzialità della rivoluzione digitale per lo sviluppo dei territori. Abbiamo già realizzato le prime due tappe, a Torino e a L’Aquila, mentre stiamo organizzando la prossima a Matera. Ogni incontro costituisce l’opportunità per illustrare i progetti innovativi delle aziende Tlc per le città e aprire un confronto sui bisogni del territorio e sulle questioni più rilevanti da affrontare per accelerare la trasformazione delle nostre città in città intelligenti nell’uso di tutte le risorse, a cominciare da quelle ambientali.