Le monete digitali siano patrimonio pubblico come quelle correnti. Nel discorso annuale davanti al mercato finanziario, il presidente della Consob, Paolo Savona ha accesi i riflettori sulle opportunità ma anche sui rischi delle criptovalute.
Le criptovalute possono essere un esempio da cui “trarre insegnamento per proteggere il risparmio” ma “l’ideale sarebbe che l’uso di questo strumento, per ora para-monetario se non proprio finanziario, diventi monopolio pubblico, come accaduto per la moneta di base”, ha spiegato.
Alcuni Stati, ha sottolineato il numero uno della Commissione, “si stanno muovendo in questa direzione ma – avverte allo stesso tempo – l’iniziativa privata mostra di essere più pronta a cogliere l’innovazione e a porre il suo dominio su di essa”.
Da qui l’allarme: se questo accadesse, infatti, il sistema monetario attuale “verrebbe sconvolto e il sistema finanziario coinvolto” perché “diventerebbe problematico il controllo della quantità di moneta e, ancor di più, la sua riconduzione nell’alveo pubblico”.
L’uso del regime contabile criptato, secondo il presidente Consob, “andrebbe ampliato per garantire la trasparenza e l’inalterabilità del possesso e delle operazioni finanziarie”. Ma non mancano, sottolinea, problemi connessi all’uso di queste innovazioni, tanto che oggi esistono “registri digitali criptati, anche molto diffusi, che non possiedono la caratteristica di impenetrabilità, una distinzione che il mercato ancora non percepisce”.
Da questo punto di vista, la Consob sta “approfondendo questi aspetti con la comunita’ scientifica di crittografia italiana e con i piu’ avanzati centro di ricerca”. Savona tocca più volte il nodo delle innovazione in tema di protezione del risparmio: “L’esperienza in materia di innovazioni finanziarie induce ad affermare che i contributi oggettivi in termini di rischio-rendimento che l’intelligenza artificiale può offrire alle gestioni del risparmio gestito, rispetto a quelle basate su valutazioni parametriche e soggettive, tarda a incorporarsi nelle gestioni di portafoglio”.
I dati della Relazione annuale
E’ aumentata sensibilmente nel 2018 l’attività di contrasto della Consob all’abusivismo finanziario, un fenomeno che prolifera soprattutto su internet e che genera un’offerta di investimenti dietro la quale spesso si nascondono truffe ai danni dei risparmiatori. L’anno scorso l’Authority di Borsa ha visto aumentare da 271 a 276 gli accertamenti sulla prestazione abusiva di servizi di investimento via internet, dove si consuma il 70% degli illeciti, e ha svolto 555 approfondimenti su siti web, 25 in più del 2017.
Le istruttorie svolte sono state 208, di cui il 74% relativo a ipotesi di intermediazione finanziaria abusiva. La crescita continua delle truffe on-line è confermata dalle 265 iniziative di contrasto all’abusivismo (+59% sul 2017), che includono 98 ordini di cessazione dell’attività (una facoltà di cui la Commissione dispone da quest’anno) e l’avvio di 31 procedimenti sanzionatori. Sono state inoltre trasmesse 131 segnalazioni alla magistratura a riprova del fatto che “nella grande maggioranza dei casi l’operatività dei soggetti abusivi cela vere e proprie truffe”.
L’azione di contrasto è proseguita con 173 interventi nei primi quattro mesi del 2019. Consob ha poi introdotto sul suo sito una sezione chiamata ‘occhio alle truffe’ per aiutare i risparmiatori a non cadere in trappole finanziare.