NUOVE REGOLE

Tlc, l’analisi di mercato Agcom sul tavolo della Ue

Il provvedimento è stato notificato alla Commissione europea che ha un mese di tempo per chiedere eventuali modifiche all’Authority italiana. Le misure regolamentano il regime di accesso alla rete fissa di Tim fino al 2021

Pubblicato il 17 Giu 2019

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E’ giunta alla Commissione europea la proposta di analisi di mercato notificata da Agcom e con la quale si regolamenta il regime di accesso alla rete fissa di Tim fino al 2021. La Commissione ha ora un mese di tempo per chiedere modifiche al provvedimento dell’Authority italiana per le telecomunicazioni.

L’analisi di mercato è il provvedimento con il quale le autorità nazionali adottano decisioni relative a quei mercati delle comunicazioni elettroniche che necessitano di una regolamentazione “ex ante” in considerazione della presenza di operatori che detengono importanti quote di mercato.

Una modifica dell’assetto competitivo del mercato wholesale italiano – fanno rilevare gli addetti ai lavori – potrebbe comportare la necessità di nuove analisi e la valutazione di nuovi obblighi da imporre. La Commissione europea è da sempre molto attenta alle condizioni di sviluppo e di concorrenza per il settore delle telecomunicazioni, in particolare per la realizzazione delle reti a banda ultra larga.

Nell’ultimo rapporto pubblicato sulla “digitalizzazione” delle economie europee, Bruxelles ha osservato tra l’altro che in Italia la tendenza crescente verso una concorrenza basata sulle infrastrutture “ha portato a un miglioramento costante del livello di diffusione delle reti di nuova generazione in fibra, migliorando nettamente la posizione del Paese per quanto riguarda la connettività”.

Cosa prevede l’analisi di mercato Agcom

Le maggiori novità sui prezzi sui prezzi dei servizi di accesso riguardano il Vula per il quale, rispetto alla consultazione pubblica, l’Autorità ha approvato una riduzione per gli anni 2018, 2019 e 2020. Resta invece immutato a 12,50 euro/mese il canone al 2021. Un’ulteriore sensibile riduzione di prezzo, rispetto alla consultazione, ha riguardato i canoni della banda per il trasporto dei dati dalle centrali locali ai nodi degli operatori alternativi. “L’Autorità conferma l’intenzione di agevolare la migrazione delle linee di accesso dal rame alla fibra. A tal fine ha apportato, rispetto al testo andato in consultazione pubblica, alcune modifiche alla disciplina del processo di migrazione (decommissioning)”, si legge sulla nota dell’Authority. In particolare “l’Autorità ha previsto incentivi per ridurre i costi di migrazione e penali per prevenire condotte anti-competitive”.

Rispetto allo schema posto in consultazione con la delibera 613/18/Cons, si conferma la deregolamentazione del comune di Milano. Nel resto del territorio nazionale – si legge nalla nota Agcom – si confermano gli obblighi regolamentari e si procede ad una differenziazione geografica dei rimedi – con rimozione del vincolo di controllo di prezzo, che, per il momento, riguarderà solo il bitstream (e non i servizi del mercato 3a quali Slu, Ull, accesso ai cavidotti e alla fibra spenta, Vuva) e il Wlr – in poco meno di 30 città italiane nelle quali la quota di mercato al dettaglio e all’ingrosso di Tim risulta inferiore ad una determinata soglia e in cui almeno due reti di accesso alternative a Tim coprono ciascuna il 60% del territorio. “L’Autorità, a seguito di monitoraggio, potrà introdurre, dal 2021, un grado di flessibilità nel pricing wholesale Vula, dopo aver verificato – nel 2020 – quale sia stata l’evoluzione effettiva della concorrenza e l’effettivo grado di adozione (take up) degli accessi ad alta capacità”.

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