FINANZA

Il Bitcoin oltre gli 11mila dollari, ma è allarme riciclaggio

Criptovalute sotto la lente dei governi: il Gafi si attiva per contrastare il rischio criminalità. Più controlli sulle società e sui loro clienti, con segnalazione alle autorità sulle transazioni sospette

Pubblicato il 24 Giu 2019

bitcoin

 

Effetto Libra: anche i Bitcoin prendono il volo sull’onda dell’annuncio di Facebook dei giorni scorsi che si prepara a lanciare la sua criptovaluta. E la prima moneta crittografica peer to peer torna a crescere volando ai massimi degli ultimi quindici mesi, oltrepassando : quota 11mila dollari per un Bitcoin. dopo il massimo del 2017 (era arrivata a 19.500 dollari) e i minimi dello scorso dicembre (3.100 dollari).

Mentre il Bitcoin vola, mostrando l’aspetto positivo della volatilità di questo tipo di oggetti finanziario, scatta intanto l’allarme del Gafi, il Gruppo di azione finanziaria (Financial Action Task Force on Money Laundering), creato trenta anni fa da tutti i principali paesi e gruppi di Stati del mondo: Usa, Cina, Unione Europea per contrastare il riciclaggio dei soldi sporchi. Gli Stati devono aumentare gli sforzi per impedire che le criptovalute vengano usate per il riciclaggio.

È un altro segnale della crescente preoccupazione da parte degli Stati che le valute crittografiche possano essere utilizzate dalla criminalità organizzata per gestire l’aspetto finanziario delle loro attività illegali. Per questo viene richiesto agli Stati di registrare e controllare strettamente le aziende che si occupano di criptovalute come ad esempio gli exchange e gli altri soggetti che gestiscono i portafogli elettronici. Secondo il Gafi dovranno essere fatti dei controlli molto articolati sul background di queste società e dei loro clienti, e dovranno essere segnalate alle autorità tutte le transazioni sospette.

“Questo – ha detto il ministro del Tesoro americano Steve Mnuchin alla riunione del Gafi in Florida – consentirà al settore emergente di FinTech di rimanere un passo avanti agli Stati canaglia e ai simpatizzanti delle cause illecite alla ricerca di vie per raccogliere e trasferire fondi senza lasciare tracce».

Simon Riondet, capo dell’intelligence finanziaria presso l’Europol, l’agenzia di polizia europea che coordina le indagini transfrontaliere, ha detto in una intervista a Reuters di aver visto un crescente uso di criptovalute nel riciclaggio di denaro criminale.

“Questo – ha detto a Reuters Marshall Billigslea, il presidente del Gafi – è un rischio che tutti dobbiamo affrontare in tutto il mondo. Gli Stati devono andare avanti rapidamente. Questo è un problema urgente”.

Quest’anno Europol ha bloccato un cartello della droga spagnola che riciclava denaro contante utilizzando due bancomat criptati, cioè macchine che trasformano criptovalute in cash.

Riondet ha detto che le criptovalute sono state utilizzate per trasferire denaro oltre frontiera e per abbattere i trasferimenti di denaro criminale di grandi dimensioni in quantità minori che sono più difficili da rilevare.

“Abbiamo anche qualche indagine sul dark web – ha detto Riondet – in cui i pagamenti sono fatti in criptovalute, a volte in bitcoin, e stanno passando a criptovalute più anonime”.

La mossa del Gafi arriva dopo la crescente preoccupazione per un settore che viene sostenuto da alcuni che lo considerano un mezzo per limitare il controllo governativo sulle popolazioni, ma che viene anche considerato dalle banche centrali come una potenziale minaccia al loro status di garanti del sistema finanziario.

Esistono pochi dati disponibili sull’entità del riciclaggio di denaro utilizzando le criptovalute, anche se, data la scala relativamente piccola del mercato, è probabile che si tratti di una frazione del riciclaggio utilizzando denaro contante.

Quando Facebook ha presentato il suo piano per la Libra, ha suscitato critiche da parte dei legislatori e dei responsabili delle politiche finanziarie di molti paesi.

Tre banche centrali europee hanno rivendicato il controllo della Libra per garantire che non compromettesse il sistema finanziario o che non venisse utilizzato per riciclare denaro.

Il capo della Banca centrale della Germania, Jens Weidmann, ha affermato che i token virtuali ancorati alle valute ufficiali, noti come “stablecoin”, potrebbero indebolire le banche se dovessero essere utilizzati su larga scala.

L’iniziativa del Gafi segna il primo tentativo di stabilire un approccio globale nel regolare il mercato del commercio di monete da 300 miliardi di dollari, cercando di integrare il complesso mosaico di normative attuale che va dalla mossa del Giappone di dare una licenza bancaria ad alcuni exchange di criptovalute al divieto assoluto in Cina.

Global Digital Finance, un ente industriale che rappresenta aziende criptate in tutto il mondo, intanto ha dichiarato di aver accolto con favore le regole del Gafi.

Tuttavia, Teana Baker-Taylor, il direttore esecutivo di Global Digital Finance, ha detto che le raccomandazioni del Gafi per costringere le imprese a includere nelle transazioni di criptovaluta i dettagli dei mittenti e dei beneficiari potrebbero essere difficili da soddisfare.

“Ovviamente – ha detto Baker-Taylor – stiamo cercando di rispettarle. La sfida è che ci viene chiesto qualcosa che sia tecnicamente possibile fare”.

Secondo una esperta del settore interpellata da Reuters, l’avvocato Megan Gordon partner dello studio legale Clifford Chance, le regole richieste dal Gafi potrebbero innescare un consolidamento nel settore delle criptovalute a causa degli alti costi di implementazione di controlli anti-riciclaggio per le piccole imprese.

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