Una rete 5G condivisa, con la messa a fattor comune degli asset e soprattutto l’obiettivo di spingere la realizzazione dell’infrastruttura su tutto il territorio nazionale. Questa la notizia appena annunciata da Fastweb e Wind Tre frutto di un accordo strategico decennale fra le due telco (soggetto all’approvazione delle autorità competenti).
“La rete 5G condivisa – si legge in una nota – includerà sia macro siti che micro-celle, connessi attraverso la fibra di Fastweb, in grado di coprire il 90% della popolazione entro il 2026. Wind Tre gestirà la rete 5G, mentre le due aziende rimarranno completamente indipendenti, sia per gli aspetti commerciali che operativi, nell’utilizzo della nuova infrastruttura condivisa”.
Nell’ambito dell’accordo, Wind Tre fornirà progressivamente a Fastweb servizi di roaming sulla propria rete (4G e tecnologie precedenti) che così estenderà a livello nazionale la copertura dei propri servizi mobili. E da parte sua Fastweb fornirà a Wind Tre l’accesso wholesale alla propria rete Ftth e Fttc, aumentandone la capacità di offrire connessioni ultra-broadband ai propri clienti di rete fissa.
“Ancora una volta teniamo fede alle nostre promesse: l’accordo con Wind Tre è un passaggio fondamentale nell’esecuzione della nostra strategia di diventare il principale operatore convergente fisso-mobile – commenta Alberto Calcagno, AD di Fastweb -. Attraverso questa collaborazione realizzeremo la migliore rete 5G, concretizzando la nostra ambizione di fornire la migliore connettività ai nostri clienti in casa e fuori casa. Siamo ugualmente orgogliosi di mettere la nostra rete in fibra a disposizione di Wind Tre e dei suoi clienti di rete fissa. Aggiungendo un altro cliente così importante al nostro portafoglio rendiamo il nostro ruolo di operatore “wholesale” – grazie ad una infrastruttura a banda ultralarga già disponibile per il 75% della popolazione – sempre più rilevante nel paese”.
“E’ con grande soddisfazione che annuncio l’accordo strategico tra Wind Tre e Fastweb, sul quale abbiamo grandi aspettative – sottolinea Jeffrey Hedberg, AD di Wind Tre -. La condivisione dei nostri rispettivi asset ci consentirà, infatti, di accelerare ulteriormente il piano per ‘re-inventare’ Wind Tre, abilitando i servizi 5G e le nuove applicazioni, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze, attuali e future, dei nostri clienti. Abbiamo già realizzato importanti progressi nella modernizzazione della nostra rete e dei sistemi IT e questa intesa rappresenta un ulteriore tassello per garantire ai nostri clienti elevate performance di connettività. Questo accordo, inoltre, consolida il ruolo e la responsabilità di Wind Tre nella costruzione di un ecosistema 5G che favorisca la crescita dell’economia e del Paese”.
Dopo l’annunciato accordo sulle torri fra Tim e Vodafone – anch’esso soggetto all’approvazione delle autorità competenti – il patto appena siglato fra Wind Tre e Fastweb delinea un nuovo scenario competitivo, quantomeno sul fronte mobile, in cui si prefigurano dunque due “poli” forti entrambi intenzionati a massimizzare il ritorno degli investimenti abbattendo i costi di realizzazione delle infrastrutture e quindi ad “ammortizzare” gli elevati esborsi in fase di gara per l’aggiudicazione delle licenze.
I commenti
“Vedo positivamente l’accordo tra Fastweb e Wind perché va nella direzione dell’accordo che noi abbiamo siglato con Vodafone”. Così l’Ad di Tim, Luigi Gubitosi commenta l’accordo tra le due compagnie di tlc per il 5g. “Dati i costi di sviluppoè normale che ci siano delle condivisioni tra operatori”, aggiunge Gubitosi, spiegando che “è un trend in tutta Europa”.
“L’accordo commerciale fra Wind3 e Fastweb annunciato è indubbiamente un fatto interessante – commenta Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil -. Non sappiamo se porterà ad altre e più complesse “sinergie” ma è un ulteriore prova di come gli operatori di telefonia italiani stiano progressivamente provando a mettersi alle spalle la stagione folle della competizione infrastrutturale. Come Slc Cgil guardiamo con grande attenzione a questi passaggi come a quanto sta accadendo nel perimetro di Tim, colloqui con Open Fiber e sinergia con Vodafone per una infrastruttura 5G condivisa. Ocorre ridare urgentemente valore alla intera filiera delle Tlc, ma per fare questo occorrono investimenti mirati e progetti di sviluppo. Solo così si potrà riportare prospettive di crescita per i lavoratori, a partire dagli “anelli deboli” della filiera: gli appalti di rete ed i call center. In tutto questo sarebbe davvero utile conoscere i piani di sviluppo immaginati dal Governo. Pensare di lasciare questo processo strategico per il Paese senza una “regia” istituzionale nel campo delle reti di telecomunicazioni è francamente preoccupante”.