“Il processo è complicato. E bisogna seguire le logiche di mercato”: Franco Bassanini, presidente di Open Fiber interviene sul tema dell’integrazione Tim-Open Fiber e nel ricordare che “Governo e Parlamento spingono nella direzione della rete unica” e che comunque “la scelta devono farla gli azionisti, a loro spetta valutare se ci sono le condizioni”, accende i riflettori su un trend a cui non sarebbe stata data abbastanza rilevanza, quello della messa a fattor comune degli asset di rete nell’ambito del 5G, segnale di un mercato che sta cambiando.
“Una cosa a mio avviso significativa che non è stata notata abbastanza riguarda due vicende di mercato: Vodafone e Tim hanno deciso di mettere insieme le loro torri così come Wind Tre e Fastweb. È caduto uno dei pregiudizi del settore: avere una rete di proprietà”, sottolinea Bassanini. Ma se il pregiudizio è caduto nel settore del mobile anche nel fisso la strada è segnata. E anzi nel fisso la questione è ancor più dirimente perché le efficienze e i risparmi che potrebbero derivare da una rete unica sarebbero importanti.
Come si evolverà davvero il mercato è però ancora tutto da vedersi. Gli accordi sul fronte mobile che riguardano Tim e Vodafone da un lato e Wind Tre e Fastweb dall’altro sono soggetti all’approvazione delle autorità di competenza, in primis l’Antitrust. E in particolare per quel che riguarda l’accordo strategico decennale annunciato da Wind Tre e Fastweb secondo Moody’s è “credit positive” per le due telco ma “credit negative” per i competitor. Le due aziende saranno “meglio posizionate per competere nei segmenti retail e business, grazie a una qualità più alta e a un’offerta più convergente”, si legge in una nota dell’agenzia di rating. Ma l’operazione è “credit negative per gli altri operatori in Italia, perché Fastweb rafforzerà le proprie ambizioni sul mobile, potenzialmente incrementando la concorrenza nel Paese”. Telecom Italia, sempre secondo Moody’s, sarà toccata solo in modo marginale. L’accordo poi “è cruciale per Wind Tre che sta cercando di ridurre il gap in termini di qualità con Vodafone e Tim, di accelerare gli investimenti e di condividere il peso degli investimenti necessari per sviluppare una rete 5G”. Inoltre, l’accordo aiuterà la società a ridurre i costi per connettere le torri alla fibra e potenzialmente per sostenere l’offerta sulla rete fissa. Fastweb da parte sua “rafforzerà un’offerta convergente perché diventerà più indipendente nell’ambito dell’attuale struttura come mobile virtual network operator”.