Huawei è in trattative con Verizon e altre aziende degli Stati Uniti per ottenere il pagamento di royalty per l’utilizzo dei suoi brevetti: lo ha svelato il capo legale del fornitore cinese Song Liuping al sito Cnbc. Le trattative sono in fase iniziale, ma il vendor di Shenzhen è deciso a ottenere il giusto riconoscimento per lo sfruttamento della sua proprietà intellettuale; secondo indiscrezioni di Reuters sarebbe pronto a chiedere a Verizon, la più grande telco mobile americana, 1 miliardo di dollari di royalty per l’utilizzo di oltre 230 dei suoi brevetti.
Huawei ha accumulato un portafoglio di 87.805 brevetti su scala mondiale. Di questi, 11.152 sono registrati negli Stati Uniti. Migliaia di elementi in questo cospicuo bacino di proprietà intellettuale sono rappresentati da tecnologie standard-essential, ovvero forniscono la base imprescindibile per lo sviluppo delle reti mobili 3G, 4G e 5G. Le altre imprese, anche i concorrenti di Huawei, finiscono quindi con l’utilizzare queste tecnologie brevettate da Huawei, comprese Verizon e altre società americane o globali che, pur non comprando direttamente prodotti da Huawei, comprano però da vendor che usano tecnologie brevettate dalla società cinese.
“Abbiamo fornito svariate centinaia di brevetti a Verizon e sono brevetti che si riferiscono a diverse aree delle operazioni di rete. Coprono quasi tutte le operazioni end-to-end di Verizon”, ha affermato Song. “Quanto alla specifica cifra richiesta per le royalty, siamo ancora in una fase preliminare del negoziato. Non siamo arrivati a discutere di numeri”.
Song ha aggiunto che Huawei sta incontrando anche altre aziende americane e “di altri paesi” per discutere di royalty, ma senza svelare nomi.
Huawei ha detto di aver ricevuto 1,4 miliardi di dollari dalle licenze dal 2015 a oggi: è dunque decisa ad alzare decisamente il tiro su chi utilizza, anche indirettamente, le innovazioni che nascono a Shenzhen. Secondo gli esperti sentiti da Cnbc, questa strategia più aggressiva è la conseguenza del braccio di ferro commerciale tra Usa e Cina e della messa al bando dagli Stati Uniti decisa da Donald Trump contro Huawei. Song ha tuttavia assicurato che la sua azienda non intende usare la proprietà intellettuale come arma nella trade war.
“Huawei non supporta l’approccio che trasforma l’Ip in arma, il nostro obiettivo sui diritti per la proprietà intellettuale è di assicurare che il nostro business globale sia protetto”. È un approccio non aggressivo ma difensivo, chiarisce Song.
Lo scontro con la politica Usa è però già iniziato: il senatore Repubblicano Marco Rubio ha proposto una legge per vietare a Huawei di accedere ai tribunali degli Stati Uniti per le cause legali sui brevetti e ha accusato Huawei di essere “un troll dei brevetti”.
Song ha definito “pericolosa” la proposta di legge del senatore Rubio e ha chiarito che Huawei è pronta a ricorrere alla vie legali per difendersi, aggiungendo che una legge del genere “sarebbe una catastrofe per l’innovazione globale con terribili conseguenze”.