“Chiunque svolge un’attività commerciale dovrebbe dotarsi di soluzioni per ricevere pagamenti elettronici. E chiaramente i costi bancari dovrebbero essere minimi per aiutare i commercianti. Se intendiamo parlare di cultura allora l’ostacolo è la resistenza al cambiamento, al quale opporre dolcemente, ma decisamente, la cultura del mutamento”: la vede così Maurizio Morini, direttore dell’Istituto Cattaneo di Bologna che ha di recente presentato uno ha condotto una indagine sui pagamenti elettronici in Italia e sulle loro prospettive.
Morini, i pagamenti digitali in Italia si stanno pian piano diffondendo ma la strada da fare è ancora lunga. A che punto siamo? E chi sono i principali utilizzatori?
La conoscenza degli strumenti di pagamento elettronici in Italia nel 2018 è stato superiore al 90%. Un livello sicuramente buono che si registra anche per gli strumenti di criptovaluta, come i bitcoin (> 60%), anche se il loro utilizzo è minore. Nelle nostre indagini non abbiamo riscontrato una netta differenziazione geografica, come si potrebbe pensare, ma abbiamo invece evidenziato una conoscenza più approfondita nelle persone di sesso maschile. In generale possiamo dire che uno dei problemi principali alla diffusione dei pagamenti con moneta digitale dipende da un fattore culturale.
Quali sono i principali ostacoli in particolare nel mondo del business ad esempio sul fronte e-commerce? Si rilevano difficoltà “tecniche” nell’attivare le soluzioni? O nel capire come procedere per attivarsi? Oppure l’ostacolo principale resta quello culturale?
Nel mondo commerciale, soprattutto, esiste ancora un segmento di operatori resistenti all’adozione dei sistemi elettronici di pagamento. Le motivazioni restano le solite: costi delle commissioni bancarie e costi della gestione Pos. In realtà il denaro contante continua per alcuni ad esercitare un fascino notevole. Su questo si dovrebbe intervenire per legge.
La questione della sicurezza è cruciale e sta diventando sempre più importante visti i crescenti casi di truffe: quanto questo elemento sta rallentando la diffusione dei pagamenti digitali?
Da un lato tutti gli utenti chiedono sicurezza, dall’altro le truffe online rappresentano un deterrente alla diffusione di e-payment (ndr: il grafico allegato mostra gli aspetti che ne che favoriscono la diffusione). Tuttavia l’evoluzione del mercato e del modo di pagare – penso ad esempio all’ecommerce – incentiva la diffusione dei sistemi di pagamento digitali. Oltretutto, quanto è più facile venire truffati con altri strumenti rispetto a quelli elettronici? Purtroppo la truffa digitale diventa epifenomeno mediatico, mentre la sottrazione di moneta fa meno parlare, è scontata azione delinquenziale da centinaia di anni.
Crede che la nuova “Libra” annunciata da Facebook possa fare da volano ai pagamenti digitali? E anche nel nostro Paese?
Chiediamoci cos’è Libra. Potrebbe trasformarsi in una simil moneta mondiale alternativa alle valute di scambio e, basandosi sulla tecnologia blockchain, potrebbe diventare una simil moneta per tutti, anche per coloro che non accedono ai servizi bancari. Non è un caso che non ci siano banche tra i partner di Libra e che Facebook abbia pensato anche a Calibra, il borsellino digitale. Chi sceglierà questo vero e proprio ecosistema, non vedrà più denaro reale, ma gestirà tutto dal proprio smartphone. Quindi l’adozione di Libra sicuramente favorisce l’ulteriore incremento della quota dei pagamenti digitali e quanto poi questo farà da volano, in Italia, dipenderà dalla diffusione assoluta del sistema presso i cittadini. Per avere un impatto rilevante al punto di essere decisivo, bisogna che almeno il 10% dei cittadini scelgano Libra.
In che modo le politiche governative possono dare un contributo alla diffusione dei pagamenti digitali? Ci sono misure che potrebbero secondo lei “sbloccare” la situazione?
A questo proposito abbiamo intervistato diversi stakeholders*, esperti politici ed economici intervistati, che evidenziano pareri sostanzialmente concordi sulla correlazione positiva tra ampliamento dell’uso del pagamento elettronico e riduzione dell’economia sommersa.
I vantaggi potrebbero essere: riduzione dell’economia sommersa, in quanto quasi tutte le transazioni diventano tracciate; riduzione dell’uso e del plafond di contante (la minor massa monetaria in circolazione creerà meno problemi sociali e potrebbe agire anche come deterrente verso la delinquenza a fini di rapina ed estorsione) – il plafond ideale oscilla tra 250 e 500 euro. E le possibili misure: controllo sui merchant con bassa percentuale di pagamenti elettronici; Pos diffusi ovunque, utilizzo anche per piccole spese con pagamenti elettronici; favorire la tecnologia (app per smartphone per pagamenti elettronici); agevolazioni fiscali per l’uso dei pagamenti elettronici; vantaggi per chi utilizza i pagamenti elettronici verso la PA.