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Huawei, tutto fermo negli Usa nonostante il “via libera” di Trump

Al G20 di Osaka il presidente Usa ha annunciato lo sblocco delle forniture di chip e soluzioni al colosso cinese, ma il Dipartimento del Commercio al momento non ha evaso le richieste: c’è da valutare il livello di sicurezza e si rischia di tornare alla casella di inizio

Pubblicato il 04 Lug 2019

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Nonostante il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia annunciato sabato scorso, a margine del G20 di Osaka, che le aziende tecnologiche americane, a partire dai grandi chip-maker, avrebbero avuto il via libera per vendere i propri prodotti a Huawei, i rapporti commerciali con la Cina, sotto questo profilo, non sono ancora chiari. In una comunicazione inviata a Reuters, infatti, il Dipartimento del Commercio ha spiegato che sono al vaglio delle autorità diverse richieste di cessione di licenze da parte delle società fornitrici, e che stanno venendo valutate con lo standard dell’Entity List, ovvero con buone probabilità che saranno respinte in nome della salvaguardia dell’interesse nazionale.

Stando a quanto dichiarato dagli addetti ai lavori, lo stato d’incertezza, che comunque propende per il divieto di collaborare con il colosso cinese, starebbe portando molte imprese americane a rinunciare all’inoltro della richiesta, che si tradurrebbe in uno spreco di tempo e di risorse. Un’idea rafforzata da una mail di John Sonderman, direttore dell’ufficio Export Enforcement all’interno del Bureau of Industry and Security del ministero, sempre letta da Reuters, che all’inizio della settimana ha chiarito la condotta che gli agenti dovrebbero tenere nel rilasciare i permessi: tutte le richieste vanno valutate nel merito della situazione corrente, ovvero con una presunzione di diniego. Ma dalla Casa Bianca è arrivata un’altra dichiarazione, che ha mescolato ancora di più le carte: il governo, ha detto il consulente di Trump al Commercio Peter Navarro, consentirà ai produttori di tecnologie meno avanzate, che non hanno quindi impatto sulla sicurezza nazionale, di superare il blocco, facendo da sponda a una dichiarazione simile rilasciata dal presidente del National Economic Council Larry Kudlow.

“Le aziende americane possono vendere attrezzature a Huawei, lì dove non ci sono grandi problemi con la sicurezza nazionale”, aveva del resto detto lo stesso Trump a Osaka, dopo l’incontro con con il presidente della Repubblica popolare Xi Jinping. Ulteriori concessioni potrebbero inoltre essere possibili da qui al 19 agosto, quando scadranno i 90 giorni di proroga che il Dipartimento del Commercio statunitense ha concesso alla compagnia cinese per “organizzarsi”. Di mezzo non c’è solo la fornitura dei chipset, ma anche la sospensione della licenza Android decisa da Google, nonché la spada di Damocle per l’utilizzo di Microsoft Windows sui Pc.

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