“La digitalizzazione sta rivoluzionando le attività di raccolta, analisi e integrazione dei dati relativi al paziente, con notevoli benefici sia in termini di efficacia e miglioramento delle prestazioni, sia di efficienza e governo dei processi. È così che il farmaco, da semplice prodotto, diventa parte di un processo, interconnesso, anche di Ricerca, combinato con device, diagnostica, medtech e caregiving. È la cosiddetta Connecting Healthcare”. Lo ha detto Massimo Scaccabarozzi (nella foto), presidente di Farmindustria, durante l’assemblea pubblica dell’associazione confindustriale, sottolineando il ruolo sempre più grande e importante che il digitale è destinato ad avere nel settore per il futuro.
“Basti pensare – prosegue Scaccabarozzi – alle possibilità per le persone anziane di essere monitorate con la telemedicina o per i bambini in ospedale di rimanere costantemente in contatto con la famiglia e con gli amici. O ai test diagnostici più precisi, ai sistemi per migliorare l’aderenza alla terapia. A trarre beneficio dalla digitalizzazione – prosegue il presidente di Farmindustria – saranno le singole persone grazie anche a una migliore comunicazione tra medico e paziente e tra medici stessi. Saranno così ottimizzati i flussi sul territorio e le attività di presa in carico garantendo al tempo stesso la continuità di cura”.
Tutto questo sarà possibile, però, se si rispetteranno delle regole rigorose: “I benefici – conclude – devono però essere affiancati da una corretta disciplina di rispetto della privacy al passo coi tempi. Un tema fondamentale che è già all’attenzione delle Authority competenti a livello nazionale e internazionale”.
Il filo conduttore di Farmindustria, emerge dall’assemblea pubblica, è anche nel campo del digitale la volontà di mettere la persona al centro. Nel 2025, spiega l’associazione, la crescente disponibilità di informazioni autorevoli e certificate pubblicate su siti internet
e piattaforme web istituzionali, il monitoraggio del proprio stile di vita grazie alle app dei moderni device, la comunicazione diretta con i propri medici attraverso dispositivi digitali indossabili, permetteranno alle persone sane e ai pazienti in cura di aumentare la loro partecipazione attiva al sistema salute, con le soluzioni digitali contribuiscono, e lo faranno ancor di più nel prossimo quinquennio, a migliorare la disponibilità di dati clinici e ad agevolare le cure territoriali ad esempio attraverso la telemedicinae il telemonitoraggio dei pazienti cronici, così da ridurre esami e ricoveri.
Ma proprio in vista di queste soluzioni emerge il tema delle competenze: non sempre – sottolinea Farmindustria, le persone hanno le competenze necessarie per riconoscere le fake news in materia sanitaria: per questo occorre incoraggiare e promuovere la diffusione di fonti autorevoli, sicure e validate dalle autorità e dagli stakeholder di settore. Ma le competenze digitali saranno utili anche per potersi orientare tra le oltre 380mila app che si occupano di salute, disponibili sugli store degli smartphone, e per migliorare l’accesso “digitale” alle strutture sanitarie
Quanto agli addetti ai lavori, nel 2025 la convergenza tra i progressi della scienza e quelli delle tecnologie digitali, che consente di produrre medicinali innovativi e al tempo stesso di migliorare l’organizzazione del lavoro, “necessiterà da un lato dell’aggiornamento delle figure lavorative già esistenti – conclude Farmindustria – e dall’altro di nuove figure professionali con competenze avanzate che non sostituiranno le prime ma interagiranno con loro in maniera sinergica”.