Garante Privacy, atto secondo. E dovrebbe – ma il condizionale è d’obbligo – essere la volta buona. Il voto alla Camera è stato fissato al 19 luglio dopo l’annullamento last minute di quello calendarizzato il 26 giugno. Non è ancora chiaro se si voterà anche per il rinnovo dell’Agcom, il cui mandato settennale è in scadenza il 26 luglio.
Il totonomine si fa sempre più fitto e il cerchio si sta stringendo – almeno stando ai rumors – attorno all’avvocato Guido Scorza e al docente della Bocconi Oreste Pollicino per quel che riguarda la presidenza del Garante Privacy. Mentre l’avvocato Vincenzo Zeno Zencovich resta il super-favorito per quella dell’Authority delle Comunicazioni.
In una lettera al Corriere della Sera, Pollicino ha rimandato al mittente – le giornaliste Milena Gabanelli e Simona Ravizza – l’accusa di “conflitto di interessi”. Il docente della Bocconi è stato indicato dalle due giornaliste, in un articolo, come “l’avvocato di Facebook” e per tanto non in grado di garantire adeguata “indipendenza” nel caso fosse nominato alla guida del Garante Privacy.
“L’articolo in questione mi accusa di non essere indipendente in quanto mi attribuisce in modo falso il ruolo di avvocato di Facebook e quindi si allude a un possibile conflitto fra gli interessi della piattaforma e quelli della collettività”, si legge. Il docente puntualizza di aver svolto in passato “se pure saltuariamente la professione di avvocato” e in questo ruolo di essere stato “coinvolto nella difesa di Facebook” puntualizzando però che il caso in questione si riferisce a un procedimento in materia di proprietà intellettuale iniziato nel 2013 “e che non mi vede minimamente più coinvolto in nessun modo, né in questa né in alcuna ulteriore attività di consulenza nei confronti di Facebook, non esercitando oggi fra l’altro la professione di avvocato”. In una controreplica le due giornaliste scrivono che “ci siamo permesse di dubitare in quanto il mandato è stato revocato a maggio 2019 in concomitanza con la presentazione della sua candidatura a Garante”.
A proposito di candidature il Parlamento ha deciso di lasciare totale carta bianca alla politica per quel che riguarda il rinnovo di Agcom. Nonostante per l’Autorità non ci sia l’obbligo di una selezione via curricula, la procedura era stata adottata, in nome di una maggiore trasparenza, quando l’Autorità fu rinnovata nel 2012 nonché l’anno successivo quando Antonio Nicita fu votato commissario a seguito delle dimissioni dall’Autorità del commissario Maurizio Dècina.