La maggior parte degli istituti di pagamento e degli istituti di moneta elettronica sta adattando i propri modelli di business per far fronte alla pressione competitiva generata dal fintech, dal potenziale ingresso dei grandi gruppi tecnologici nel settore dei pagamenti e dalle nuove norme, in particolare i cambiamenti introdotti dalla Psd2. Lo afferma l’Autorità bancaria europea (Eba) nella sua relazione tematica sull’impatto del fintech sui modelli di business degli istituti di pagamento e degli istituti di moneta elettronica.
L’Eba scrive che la maggior parte degli istituti finanziari sta cercando di espandere i propri prodotti e servizi e accedere a nuovi mercati facendo leva su servizi transfrontalieri, richiedendo una licenza per diventare istituto di credito o third party provider (TPP) e/o abbracciando i nuovi servizi forniti nell’ambito della Psd2.
Anche se esiste una moderata tendenza allo sviluppo interno di prodotti e servizi fintech, senza necessariamente il coinvolgimento di partner esterni, un numero significativo di istituti finanziari si affianca alle aziende del fintech e ai vendor di tecnologia per lo sviluppo di prodotti innovativi: il vero nemico da battere sono infatti le Big Tech – colossi come Google, Apple, Amazon – che rappresentano una potenziale minaccia per la sostenibilità dei modelli di business degli istituti di pagamento e di moneta elettronica. Questi ultimi cercano dunque di rafforzare la fidelizzazione dei clienti, temendo che un ingresso in grande stile di Google&co nel settore finance sia un richiamo irresistibile per i consumatori.
Le prospettive del settore dei pagamenti restano, secondo l’Eba, positive in termini di ricavi e redditività, con un’aspettativa generale di aumento della base di clienti e dei prodotti nuovi o rinnovati, ma sempre in tandem con un aumento della spesa interna in It e dello sviluppo di prodotti fintech. La crescita del settore payment va però a scapito degli istituti di credito tradizionali: la disintermediazione del banking favorisce le aziende della moneta elettronica ma toglie alle banche una porzione dei ricavi legati ai servizi di pagamento.
L’Eba sottolinea anche che istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica dovranno fronteggiare sfide diverse nel caso di una partecipazione attiva delle Big Tech al mondo dei pagamenti e che il quadro viene reso incerto da altri fattori come l’impatto della Brexit o l’eventuale dipendenza da altri istituti. Altre sfide sono comuni a tutti gli operatori dei pagamenti digitalizzati: la cyber-sicurezza, i cambiamenti normativi e l’acquisizione delle necessarie competenze per operare in modo efficace e sicuro nell’era del fintech.
La relazione dell’Eba evidenzia i trend in atto, i diversi approcci al fintech e il livello di implementazione delle tecnologie innovative negli istituti di pagamento e moneta elettronica. Lo studio non traccia scenari o previsioni ma condivide semplicemente conoscenze a supporto dell’attività delle autorità di vigilanza e altre parti interessate, sottolinea una nota dell’Eba. L’Eba aggiunge che continuerà a monitorare gli sviluppi del fintech e l’impatto sui modelli di business degli istituti di pagamento e moneta elettronica e, se lo riterrà opportuno, produrrà nuove relazioni per facilitare il coordinamento della vigilanza.