L'INCHIESTA

Scoppia il caso Google Assistant: diffusi dati privati e sensibili degli utenti

L’emittente belga Vrt Nws è entrata in possesso di registrazioni in cui si è potuto risalire all’identità delle persone. Google ammette: “Violate le norme di sicurezza, prenderemo provvedimenti”

Pubblicato il 12 Lug 2019

google assistant

Dopo le indiscrezioni arrivano le certezze: Google ha ammesso che più di 1.000 file audio registrati da Google Assistant –attraverso Google Home ma anche su smartphone – sono trapelati attraverso alcuni partner e sono venute in possesso dell’emittente belga Vrt News che ne ha potuto ascoltare chiaramente i contenuti risalendo anche all’identità di molti soggetti.

“Vrt Nws è stata in grado di ascoltare più di mille brani registrati tramite Google Assistant. In queste registrazioni si sentono chiaramente gli indirizzi e altre informazioni sensibili. Questo ha reso facile per noi trovare le persone coinvolte e confrontarle con le registrazioni audio”, si legge nell’inchiesta pubblicata sul sito della tv pubblica belga che ha fatto luce sul caso. “La maggior parte delle registrazioni effettuate tramite gli altoparlanti intelligenti di Google Home sono molto chiare. E anche la qualità delle registrazioni effettuate con Google Assistant, l’app per smartphone, consente di ascoltare bene le voci senza alcuna distorsione del suono”.

Non solo: l’emittente belga dichiara che di oltre un migliaio di brani ascoltati, 153 erano conversazioni che non avrebbero mai dovuto essere registrate e durante le quali il comando “Ok Google” non era stato volontariamente attivato. Spesso le registrazioni, in particolare quelle via smartphone, erano state involontariamente attivate premendo altri tasti.

“Non appena si pronuncia una parola che suona come “Ok Google”, Google Home inizia a registrare. Ciò significa che molte conversazioni vengono registrate involontariamente: conversazioni in camera da letto, conversazioni tra genitori e figli, ma anche telefonate professionali contenenti molte informazioni private”. A seguito dell’inchiesta Google dichiara che i propri esperti di analisi linguistica esaminano solo una piccola parte delle risposte, e che queste dovrebbero essere analizzate in totale anonimato. “Abbiamo appena appreso che uno di dei nostri revisori linguistici ha violato le nostre norme sulla sicurezza dei dati facendo filtrare dati audio olandesi riservati. I nostri team di sicurezza e risposta alla privacy sono stati attivati immediatamente, stanno indagando e prenderemo provvedimenti – scrive David Monsees Product Manager, Search di Google in un blogpost -. Stiamo conducendo una revisione completa delle nostre salvaguardie per evitare che una cattiva condotta come questa possano ripetersi”.

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