Il momento della verità si avvicina: Mark Zuckerberg mostra le sue carte e spiega alle autorità cosa vuole fare con Libra, la criptovaluta ideata dal social network, e Calibra, il portafoglio digitale che la conterrà e che potrebbe automaticamente finire nel profilo di due miliardi di persone.
L’avatar di Zuckerberg di fronte al comitato del Senato si chiama David Marcus ed è il manager responsabile per tutto quel che concerne Calibra e Libra dentro Facebook. La sua testimonianza è interessante non solo per le risposte che vengono date, ma anche per quelle che non vengono fornite ai senatori americani. La prima ha a che fare con Calibra: il portafoglio, che, spiega Marcus, verrà integrato dentro WhatsApp e Messenger, le app di instant messaging di Facebook. E Facebook non permetterà che vengano integrati altri wallet di altri fornitori di criptovalute. Invece, ci sarà interoperabilità nel senso che gli utenti potranno spedire e ricevere soldi da altri wallet. Possibilità di uscire dall’ecosistema Libra-Facebook, dunque, ma vantaggio competitivo con PayPal, Coinbase, e tutte le banche che vogliano costruire wallet per la piattaforma.
Secondo Marcus gli Stati Uniti devono assolutamente diventare il paese guida nella costruzione di normative internazionali sulle criptovalute. L’associazione per Libra, che raccoglie varie aziende oltre a Facebook, avrà sede in Svizzera perché là hanno sede alcuni degli organismi internazionali chiave, come la Bank for International Settlements. Calibra invece sarà regolato dalle normative americane. Inoltre, ha assicurato Marcus, Libra non partirà sino a quando il governo americano non sarà d’accordo. Inoltre, ha detto Marcus, non è necessario fidarsi ciecamente di Facebook perché ci sono anche altri 28 (e potenzialmente fino a 100) membri dell’associazione che fa nascere Libra.
Facebook non ha poi intenzione di monetizzare direttamente i dati degli utenti, anche se potrebbe fornire servizi finanziari addizionali in partnership con altre organizzazioni finanziarie ma solo dopo aver chiesto il consenso per usare i dati per quegli specifici scopi.
Il modello di business di Facebook per Libra sarà basato soprattutto sull’idea che più commercio online porterà a più investimenti pubblicitari per Facebook. Invece, dopo numerose domande dirette se Facebook stia spingendo per far approvare Libra a tutti i costi, Marcus ha spiegato che la blockchain c’è e sta cambiando tutto, è inevitabile come tecnologia, e gli Usa devono essere il leader nella sua costruzione e regolamentazione, altrimenti “crescerà sotto l’influenza di altri soggetti al di fuori del nostro apparato di sicurezza nazionale”, un riferimento neanche troppo velato a Russia e soprattutto Cina.
Marcus, che testimonierà anche davanti al comitato per gli affari finanziari, non ha invece risposto a domande su quali dati effettivamente verranno raccolti da Facebook durante le transazioni con Calibra, quanto Facebook abbia investito per lo sviluppo di Libra, né perché la Libra Association sia considerata una associazione senza fini di lucro pur pagando dividendi ai suoi membri. Nessuna risposta chiara neanche per il tema terrorismo e trasferimento di fondi sospetti, anche per la tecnologia dei wallet e per le normative degli stati coinvolti.
Libra, cioè Facebook, non si preoccuperà della qualità delle app sviluppate per gestire la criptovaluta al di fuori del social media, né ci sono piani perché l’Associazione stabilisca delle regole. Non ci saranno garanzie neanche nel caso di pagamenti effettuati a causa di truffe o con l’inganno da cittadini americani (cioè nessun meccanismo di blocco o per ritirare un pagamento come avviene ad esempio con i bonifici bancari o le carte di credito).
I senatori americani hanno dimostrato una insolita competenza su Libra, sicuramente anche a causa dell’attenzione che il tema sta sollevando in tutto il mondo. Uno dei problemi maggiori emersi dalla testimonianza sarà la mancanza di garanzie sulla sicurezza e qualità (oltre che genuinità) delle app che potranno scambiare la Libra, cioè i wallet, vista la mancanza di controlli come avviene ad esempio su alcuni app store. Una cosa che, secondo gli osservatori, potrebbe essere causa di molti problemi in futuro.