In Italia si apre l’era della sanità “connessa”. In audizione dinanzi alla commissione parlamentare per la Semplificazione, l’Agenzia per l’Italia digitale ha dettagliato la strategia dell’ente per contribuire ad innovare servizi, cavalcando la rivoluzione 5G. “Un’ulteriore evoluzione sarà la cosiddetta ‘sanità connessa’. Siamo nell’ottica di passare dalla sanità digitale a quella connessa, perché la tecnologia offre opportunità per consentire un’integrazione tra welfare e sanità – hanno spiegato ai parlamentari i rappresentanti di Agid – Già stiamo pensando al prossimo Piano Triennale perché le nuove tecnologie ci inseguono. Stiamo esaminando tutte le possibili opportunità che derivano dalle tecnologie emergenti e anche dal 5G. Medicina connessa significa anche lavorare con le reti di quinta generazione”.
Il focus è stato anche sulla diffusione del Fascicolo sanitario elettronico per il quale è prevista l’emanazione di una circolare Agid che regola l’accesso da ogni parte del mondo. Si punta a far accedere il cittadino al proprio Fse con un unico sistema di credenziali che sono quelle Spid, attraverso il portale gestito dall’Agenzia. “Il cittadino farà un unico accesso, non dovendo avere a mente quali siano gli attori specifici che consentono l’accesso al suo fascicolo sanitario”, hanno spiegato i tecnici dell’Agid che hanno presentato anche gli ultimi numeri sull’adozione del progetto.
“Tutte le regioni sono interoperabili e ad oggi 15 Regioni hanno implementato e reso operativo il proprio fascicolo sanitario elettronico regionale, due regioni sono in fase di completamento, e quattro, non avendo sviluppato un proprio fascicolo sanitario elettronico, utilizzano il fascicolo sanitario elettronico in sussidiarietà. – hanno detto – L’infrastruttura nazionale centrale offre le funzionalità di gestione del fascicolo sanitario elettronico”.
Per incentivare l’utilizzo si è auspicato un maggiore coinvolgimento di medici di medicina generale e i pediatri in modo che possano inserire nel fascicolo sanitario elettronico le informazioni dei propri assistiti, collegando questo agli indicatori di performance: attualmente infatti solo la metà dei medici di medicina generale e pediatri lo utilizzano effettivamente. “E’ necessario aggiornare i sistemi informativi sanitari – hanno evidenziato – In parecchie Regioni sono obsoleti dal punto di vista dell’hardware e del software e non sempre la connettività è sufficiente per scambiare informazioni fondamentali perché si tratta di file molto pesanti”.
“Il fascicolo sanitario elettronico contiene al suo interno contiene dati e documenti di tipo sanitario e sociosanitario collegati agli eventi clinici degli assistiti sia attuali che passati – hanno poi ricordato – E’ gestito da ciascuna Regione per i propri assistiti secondo modelli architetturali che variano a seconda della capacità delle strutture sanitarie della regione. Il fascicolo contiene un nucleo minimo di documenti, che ogni Regione aveva sviluppato secondo le proprie necessità. Quindi nell’ambito dei gruppi di lavoro tecnici nati dal tavolo di monitoraggio, Agid ha contribuito a stabilire degli standard per documenti omogenei e uniformi per tutte le Regioni”.
“Gli standard sono utilissimi – hanno spiegato – perché consentiranno di utilizzare il fascicolo sanitario non solo come contenitore di documenti ma anche per estrarne i dati che potranno essere usati dal mondo della ricerca e dai professionisti sanitari per fare le analisi a riguardo” “Vogliamo passare da una logica del documento inserito nel fascicolo sanitario elettronico al dato perché questo consentirà lutilizzo di dati e sistemi anche ad altri fini: non solo a quello prioritario programmazione sanitaria ma anche a quello della ricerca scientifica ed epidemiologica oppure per valutare la qualità delle cure somministrate”.
La dg di Agid, Teresa Alvaro, ha fatto il punto sulla tessera sanitaria. “La tessera sanitaria non va vista solo come il documento personale che ha sostituito il tesserino del codice fiscale per consentire il riconoscimento degli assistiti per l’accesso alla prestazione del Servizio sanitario nazionale, ma è anche la tessera europea di assicurazione malattia, per garantire ai cittadini in mobilità nello Spazio economico europeo l’assistenza sanitaria durante il periodo di soggiorno temporaneo – ha detto Alvaro – Inoltre la tessera sanitaria è anche strumento di accesso ai servizi delle pubbliche amministrazioni nazionali e regionali, svolgendo la funzione di carta nazionale dei servizi. Questa funzione deve essere attivata dall’assistito presso la Asl di appartenenza”.