IL CASO

“Salvare l’emendamento Ull”: un gruppo di parlamentari si appella a Monti

Iniziativa bipartisan per tentare di mantenere la misura approvata alla Camera che mira a scorporare i servizi di accesso alla rete fissa di Telecom Italia da quelli di manutenzione. Presentata anche un’interrogazione a Passera. In Senato 11 sub-emendamenti

Pubblicato il 26 Mar 2012

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Non si placa la battaglia in Parlamento sulla questione dell’unbundling. L’annunciata modifica da parte del governo dell’emendamento al Dl Semplificazioni approvato alla Camera – che mirava a scorporare i servizi di accesso da quelli di manutenzione della rete fissa di Telecom Italia – ha suscitato la protesta, oltre che dei firmatari e dei relatori dell’emendamento stesso, anche di altri parlamentari. Oggi è stato lanciato un appello al presidente del Consiglio Mario Monti affinché resti alta l’attenzione sulla questione. "Il Governo – si legge nell’appello – con evidente cedimento ad interessi privati specifici, ha presentato un emendamento che modifica sostanzialmente la misura introdotta alla Camera, rendendola, di fatto, inefficace". Numerosi i firmatari dell’iniziativa, tra i quali il presidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova, il relatore al dl semplificazioni, Stefano Saglia (Pdl), Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive e il senatore Fabrizio Morri (Pd), i parlamentari della Lega Roberto Calderoli, Piergiorgio Stiffoni e Gianni Fava, i deputati Pdl Beatrice Lorenzin, Isabella Bertolini e Giorgio Stracquadanio, i senatori Pdl Alessio Butti e Giorgio Bornacin, Marco Di Lello coordinatore nazionale del Psi e l’economista della Bicocca, Ugo Arrigo.

E il deputato della Lega Nord Gianni Fava, ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. “Il Governo ha tenuto davvero un atteggiamento incomprensibile sulla questione della liberalizzazione dell’ultimo miglio della telefonia fissa ragion per cui ho chiesto di chiarire ufficialmente la sua posizione in merito”. Fava chiede al Governo “se non ritenga di aver assunto sulla questione un atteggiamento poco trasparente nonché estremamente contraddittorio rispetto ai criteri che ha dichiarato e ribadito di aver posto alla base della propria azione al fine di rilanciare l’economia italiana”.

intanto sono 11 i sub-emendamenti presentati in commissione Affari costituzionali del Senato. Nessuno di questi sub-emendamenti, sottolinea la relatrice Maria Fortuna Incostante (Pd), è soppressivo dell’emendamento del Governo. ‘In modi diversi – ha detto la senatrice – propongono una integrazione che rafforza comunque la liberalizzazione pur riconoscendo il ruolo di Agcom".

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