Il dossier torri sul tavolo dei cda di Tim e Inwit. Le società hanno convocato per venerdì 26 luglio i rispettivi board per esaminare il progetto di partnership con Vodafone, annunciato il 21 febbraio scorso.
Cosa prevede l’accordo sulle torri tra Tim e Vodafone
Il memorandum di intesa formato dalla due compagnie mira ad avviare una partnership per la condivisione della componente attiva della rete 5G, valutare la condivisone degli apparati attivi della rete 4G e ampliare l’attuale accordo di condivisione passiva; la partnership potrà consentire un più rapido sviluppo del 5G, su una più ampia area geografica e ad un costo inferiore
Le due società intendono cooperare per adeguare le rispettive reti di trasmissione in fibra per il backhauling mobile e valutare l’aggregazione in un’unica entità delle rispettive infrastrutture passive, per un totale di 22.000 torri in Italia
In merito al progetto di condivisione della rete attiva, Vodafone e Tim intendono sottoscrivere un accordo che consentirebbe uno sviluppo congiunto della infrastruttura 5G. Questo progetto permetterebbe una più rapida implementazione della tecnologia 5G su un’area geografica più ampia e ad un costo inferiore. Vodafone e Tim valuteranno la fattibilità tecnica e commerciale di installare congiuntamente i propri apparati attivi 5G nel Paese, incluso in alcune grandi città dove ciascuna società potrebbe voler mantenere flessibilità strategica e assicurare la propria capacità di rispondere alle esigenze dei rispettivi clienti.
Le compagnie intendono inoltre valutare la condivisione degli apparati attivi anche delle rispettive reti 4G esistenti, per supportare la condivisione attiva della rete 5G; questo potrebbe inoltre generare ulteriori efficienze. Inoltre, Vodafone e TIM intendono adeguare le rispettive reti di trasmissione mobile, attraverso l’utilizzo di cavi in fibra ottica a più alta capacità (“Fiber-to-the-Site” o “backhauling”). Questo consentirebbe ai clienti di trarre vantaggio dalle nuove caratteristiche del 5G, come la maggiore velocità e la bassa latenza, e genererebbe maggiori economie di scala per le società.
Si punta anche ad estendere l’attuale accordo di condivisione delle loro infrastrutture passive di rete, passando dagli attuali 10.000 siti (circa il 45% del totale delle torri delle due società) a una copertura su base nazionale, con l’obbiettivo di accelerare e rafforzare lo sviluppo della tecnologia 5G e utilizzare in modo più efficiente l’infrastruttura di rete, sia in zone urbane sia in aree rurali.
Per quanto riguarda la potenziale operazione di aggregazione, Vodafone e Tim hanno concordato di valutare una potenziale transazione che permetta di consolidare in una sola entità le loro circa 22.000 torri di telecomunicazione in Italia, aggregando le infrastrutture passive di rete di Vodafone con quelle di Infrastrutture Wireless Italiane (“Inwit”), società quotata in borsa e controllata al 60% da Tim. L’aggregazione sarebbe strutturata in modo da creare valore per tutte le parti coinvolte. Le società intendono valutare l’opportunità, ove possibile, di spostare nel tempo sull’infrastruttura della nuova società le apparecchiature di rete attive attualmente ospitate su torri di terzi. La ampliata infrastruttura delle torri continuerebbe a perseguire l’obbiettivo di incrementare l’ospitalità di altri operatori, per generare ulteriori efficienze.
La potenziale aggregazione sarebbe strutturata in modo tale da attribuire a Vodafone e Tim la stessa partecipazione nel capitale e pari diritti di governance in Inwit, oltre che consentire alle parti di non dover lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Inwit.
L’iniziativa nel suo complesso mira a promuovere la concorrenza nel settore e facilita un contesto aperto per lo sviluppo del 5G.