LA LETTERA

Cresce il pressing sulla Ue nei confronti di Google

La European Consumer’s Association scrive al commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia. L’associazione accusa il motore di abuso di posizione dominante: “Indirizza gli utenti verso i propri servizi riducendo la visibilità dei competitor”

Pubblicato il 28 Mar 2012

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Mentre gli ispettori dell’Unione Europea preparano le raccomandazioni finali nel caso contro Google, un folto raggruppamento di associazioni di consumatori europei chiede nuove sanzioni nei confronti di Mountain View, che starebbe sfruttando la sua posizione dominante nel settore dei search engine a svantaggio degli utenti della Rete. Lo scrive oggi l’Herald Tribune, precisando che Monique Goynes, il direttore generale della European Consumer’s Organization, che raggruppa 31 associazioni europee, in una lettera del 19 marzo scorso a Joaquin Almunia, commissario antitrust dell’Ue, ha scritto che Google “potrebbe aver abusato della sua posizione nel mercato delle ricerche per indirizzare gli utenti verso i suoi propri servizi e in seconda istanza per ridurre la visibilità dei suoi competitor nell’arena dei siti e dei servizi web”.

Se il pubblico della Rete sia stato o meno deprivato da Google nelle sue scelte è uno degli argomenti dell’indagine antitrust aperta dall’Ue, avviata formalmente da Almuni il 30 novembre 2010, focalizzata sulle policy di ricerca e advertising di Mountain View.

“Almunia dovrebbe usare il suo potere per sanzionare aziende in posizione dominante a scapito del benessere degli utenti”, ha scritto Goynes. Il prossimo step per il commissario Ue alla concorrenza è quello di decidere se inviare un documento formale a Google, per consentire a Mountain View di replicare prima di eventuali multe o decisioni per modificare le sue pratiche. Almunia potrebbe inoltre cercare un accordo, con cui l’azienda accetti di modificare le sue pratiche senza ricorrere a sanzioni pecuniarie, Infine, potrebbe anche lasciar cadere il caso, anche perché questo genere di indagine rischia di durare anni. Questo il caso che si è verificato nei confronti di Microsoft, finita nel mirino dell’antitrust Ue, multata a pagare 2 miliardi di dollari dopo un procedimento durato una decina di anni, durante i quali i competitori di Redmond hanno pagato dazio a causa delle lungaggini procedurali dell’Ue.
Il gruppo di consumatori europei che ha scritto ad Almunia non è l’unico a lamentarsi delle pratiche di Google. FairSearch, una coalizione di 17 aziende compresa Microsoft, ha denunciato ufficialmente Google all’Ue un anno fa, e ha lanciato il suo sito ufficiale online un mese fa.

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