IL PROGETTO

5G, un piano formativo ad hoc per i Comuni: la sfida di Anfov, Anci e Uncem

Per accompagnare l’attivazione delle infrastrutture Tlc di ultima generazione in 120 comuni italiani, le tre associazioni faranno sponda con Ministeri, Regioni e imprese per presentare ai territori i servizi che possono essere costruiti sulla nuova tecnologia mobile

Pubblicato il 30 Lug 2019

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A pochi giorni dal legame sancito tra i due big player delle torri, Tim e Vodafone, che hanno unito le forze sul 5G, Anfov, Anci e Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) danno vita a un piano formativo congiunto per gli Amministratori locali. Un’iniziativa che, a partire da settembre, conterà su azioni istituzionali con Ministeri e Regioni oltre che progetti con le imprese per presentare ai territori i servizi innovativi che possono essere costruiti sui dispositivi mobile. Il 5G infatti rende concreto l’Iot e favorisce per questo una compiuta digitalizzazione del Paese.

“Anfov ha unito tutte le migliori capacità delle imprese che riunisce, per portare nuovi servizi ai residenti nelle aree montane e rurali del Paese”, commenta in una nota Antonello Angeleri, Segretario generale dell’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione. “Lavoriamo in strettissimo contatto con le associazioni degli Enti locali, per capire cosa i territori vogliono, per far incontrare domanda e offerta e superare un gap di sviluppo, ma anche di formazione. Il percorso avviato continuerà in autunno, con un roadshow in collaborazione con tutti i livelli istituzionali”.

Michele Pianetta, Vicepresidente Anci Piemonte, con delega all’Innovazione, aggiunge: “Siamo convinti che nessun pezzo di Paese debba rimanere indietro. Abbiamo fatto molti passi in avanti, ma altri restano da fare. Penso al ritardo eccessivo del Piano banda ultralarga che va colmato subito. Sul 5G dobbiamo spiegare con i vertici delle Regioni ai Comuni quel che si aprirà una volta realizzata l’infrastruttura: 120 Comuni italiani partono assieme a Milano e Torino. È un grandissimo risultato. Ma non dobbiamo perdere tempo. Anche perché in diversi Paesi del mondo c’è già chi sta lavorando a iniziative sul 6G”

Per Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, “circolano bufale di tutti i tipi attorno al 5G. Spesso sono diffuse o commentate proprio da chi si lamenta per il divario digitale nei Comuni montani, nelle Alpi e negli Appennini, che frena investimenti e fa crescere le sperequazioni. Fa sorridere e mi preoccupa. Perché manca una cultura digitale, un’informazione che dobbiamo dare chiara e istituzionale, con Ministeri e Regioni, ai nostri Enti locali. Deve partire dalle scuole. I bambini usano benissimo gli smartphone, ma ne sanno pochissimo. I nativi digitali sono i primi a dover essere protagonisti di una crescita delle competenze, nella Pa come nelle imprese, che Anci, Uncem e Anfov vogliono far crescere insieme. Lavoriamo sul gap culturale. Siamo pronti e preparati, anche nello sfidare assurde fake news che gettano i territori nel passato”.

“Sul 5g non possiamo permetterci i ritardi e gli intoppi che stiamo avendo con la Bul”, conclude Michele Pianetta. “Anticipando una proposta che avevamo lanciato a livello regionale, il Mise ha annunciato incentivi alle aziende per l’assunzione di ‘manager per l’innovazione 4.0‘. Ora chiediamo che si pensi ai Comuni, con azioni concrete sui territori, ad esempio attraverso l’istituzione di figure come i ‘digital angels’, in grado di affiancare i sindaci su un tema cruciale e quanto mai delicato come quello dello sviluppo tecnologico”.

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