“Modello simulatore semplificato dei flussi di cassa per l’identificazione del range di valori di Open Fiber”: si intitola così lo strumento (cliccare qui per scaricare il simulatore) messo a punto da Maurizio Matteo Dècina, docente di Economia dell’Ict all’Università di Roma Tor Vergata, che attraverso 10 variabili chiave prova a simulare il valore attualizzato dei flussi di cassa, considerato dal docente dell’ateneo capitolino “l’unico metodo possibile di stima del valore di una infrastruttura in fieri, poiché il metodo dei multipli è teoricamente ed accademicamente per definizione non adeguato a rappresentare il valore di un asset in assenza di un flusso attuale costante”.
Il simulatore, utilizzato anche da JpMorgan per una recente indagine sul mercato delle Tlc (ma in una versione da 100 variabili), consente – secondo il docente – di ottenere il valore di Open Fiber aggiungendo ai valori del NPV (valore attualizzato netto complessivo dei flussi di cassa) il capitale proprio investito nell’attività produttiva (circa 1 miliardo). L’orizzonte temporale considerato è di 25 anni senza terminal value “poiché in un orizzonte così lungo qualsiasi tipo di rendita perpetua successiva, di discutibile valenza, avrebbe un impatto minimo per via del tasso di attualizzazione”, evidenza Dècina.
L’obiettivo del simulatore è capire quali siano i valori più o meno reali della compagnia guidata da Elisabetta Ripa in vista della per ora ipotetica fusione con Tim di cui si dibatte da mesi: “Le valutazioni di Open Fiber superiori ai 3 miliardi sono ottimistiche secondo quanto emerge in relazione ad una serie di variabili chiave – spiega Dècina -. La realtà del settore della rete fissa deve fare i conti con le lunghe tempistiche di ritorno degli investimenti e con una sovrapposizione di soluzioni tecnologiche valide, non ultima quella del 5G, in relazione ad un mercato limitato da una capacità di spesa fissa. Se si considerano i flussi di cassa reali di Open Fiber, i risultati potrebbero essere anche inferiori all’entità del capitale investito comprensiva di una remunerazione congrua, valutazione che a questo punto appare l’unica possibile. Facendo però attenzione che in casi di costo opportunità del capitale molto elevato, pari ad esempio al 15%, il valore attualizzato netto dei flussi di cassa è prossimo allo zero per effetto dell’attualizzazione”.
Secondo il docente “l’incertezza e la debolezza dei flussi di cassa della rete fissa, oltre a suggerire che l’ipotesi migliore possa essere quella della fusione (anche perché la riduzione dei costi è minore di circa due miliardi rispetto ad uno scenario di coinvestimento) introduce una tematica ancora più importante: il rafforzamento della struttura del settore per garantire equità ed efficienza nella crescita del Pil”. Occorre dunque – auspica Dècina – “un nuovo assetto solido delle telecomunicazioni italiane poiché nelle ultime due decadi, tra contese epocali (pubblico vs privato, rame vs fibra, monopolio vs concorrenza…) errori di mancato adattamento ai cambiamenti e negligenze politiche, stiamo regalato il settore a soggetti terzi il cui unico scopo è il profitto fine a sé stesso”.
Quanto vale la rete? Ecco i 5 macro-scenari secondo le simulazioni di Maurizio Matteo Dècina
Scenario realista: Nvp 1.800.351.626
In questo scenario le variabili chiave appaiono in linea con i principali dati di mercato emersi. Da ricordare che al risultato del Npv va aggiunto il capitale proprio investito
Scenario pessimista: Npv 1.102.303.371
In questo scenario alcune variabili chiave appaiono pessimiste o quantomeno conservative, quali ad esempio un ebitda margin inferiore al 50% e dei costi di cablatura medi superiori a 400 euro.
Scenario ottimista: Npv 2.898.288.131
In questo scenario alcune variabili chiave appaiono molto ottimistiche, quali ad esempio un market share del 75% con una velocissima crescita dei clienti attivi addizionali (decuplicati in tre anni e si considera il tasso attuale di crescita dei clienti attivi).
Scenario irrealista: Npv 3.910.138.538
In questo scenario alcune variabili chiave appaiono totalmente irrealiste quali ad esempio un market share del 100% o un tasso esponenziale di crescita elevatissimo (clienti attivi addizionali decuplicati in due anni se si considera il tasso attuale di crescita dei clienti attivi)
Scenario reale: Npv 1.459.836.994
Questo scenario si avvicina molto più alla realtà rispetto ai precedenti poiché non considera l’ottimizzaxione tra capex e ricavi. Per effetto del tasso di attualizzazione i capex pesano più dei ricavi futuri derivanti dalla lenta progressione della clientela attiva