Record storico per gli investimenti Apple in ricerca e sviluppo. Nel trimestre chiuso a giugno l’azienda ha speso in R&S 4,2 miliardi di dollari, il 7,9% delle entrate: la cifra più alta mai investita dal 2003, quando ancora si concentrava su iPod e Mac. Da qui alla fine dell’anno metterà sul piatto complessivamente 16 miliardi.
Una strategia decollata all’indomani della crisi di vendite dell’iPhone (le entrate dell’ultimo trimestre sono diminuite del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e che si profila come una “apertura di cantiere” per tecnologie chiave destinate a dispositivi non ancora realizzati.
La conferma della strategia arriva dal Cfo Luca Maestri: “Puntiamo a migliorare l’esperienza dell’utente e a differenziare i nostri prodotti e servizi sul mercato. Consideriamo strategici alcuni tipi di investimento che avranno ricadute a lungo termine”. Apple sta puntando all’acquisizione da 1 miliardo di dollari della divisione modem di Intel e dei relativi 2mila dipendenti.
Storicamente l’azienda non è fra i big spender in R&S rispetto alle altre grandi aziende tecnologiche. Nel trimestre chiuso a giugno Microsoft ha investito il 13,4% delle entrate in ricerca e sviluppo e Google il 15,7%.
L’azienda guidata da Tim Cook sta però portando avanti un piano di “centralizzazione” dello sviluppo di tecnologie alla base dei propri prodotti. Il processore interno all’iPhone viene prodotto internamente e non all’esterno. Inoltre ha sviluppato il proprio chip wireless Bluetooth, tecnologia chiave alla base degli AirPods dell’azienda, ora una parte importante del motore di crescita di Apple, i dispositivi indossabili.
Inoltre sta lavorando al “Progetto Titan” su tecnologie per le self driving car e l’augmented reality.