Una transizione efficace verso un’economia digitale d’avanguardia, competitiva e sostenibile richiede che il sistema manifatturiero europeo sia pronto a forti investimenti in innovazione e competenze. Le piccole e medie imprese (Pmi), al primo posto in Europa nella creazione e nell’offerta di posti di lavoro, necessitano di un sostegno particolare. È quanto si legge nella relazione informativa del Cese, il Comitato economico e sociale europeo, sul tema “Promuovere un’innovazione incrementale in zone a forte vocazione manifatturiera”. Gli interventi previsti dalla Commissione europea per favorire un miglior sviluppo del sistema manifatturiero dovrebbero basarsi costantemente sulla conoscenza effettiva delle esigenze delle imprese e delle Pmi in particolare, secondo il Cese.
Il Cese sottolinea che le maggiori sfide per le aziende dell’Ue, e per le Pmi in particolare, sono create dall’accelerazione e dall’aumento della globalizzazione e dalla crescente concorrenza, anche alla luce dello sviluppo di nuove tecnologie (intelligenza artificiale, big data, blockchain) e modelli digitali come il cloud computing e i big data, Internet delle cose e beni “intelligenti”, cui si lega l’aumento della domanda di efficienza e sicurezza dei prodotti, di produzioni sostenibili e di un impegno verso l’economia circolare.
L’intelligenza artificiale è particolarmente importante, perché ha il potenziale di raddoppiare i tassi di crescita annua in 20 anni, sottolinea il Cese. Le Pmi dovranno dotarsi di piattaforme digitali che integrano diverse tecnologie e l‘Ue e i suoi Stati membri dovranno concentrarsi sui nuovi modelli industriali digitali fornendo gli strumenti finanziari necessari e le strategie di istruzione richieste e sostenendo in tal modo le Pmi nell’adozione dei nuovi processi industriali ed economici.
Già oggi l’Europa occupa una posizione di leader in numerosi settori industriali manifatturieri e realizza il 20% degli investimenti globali in ricerca e sviluppo. La produzione manifatturiera europea rappresenta il 17,3 % del pil dell’Ue e l’80% dell’export. Alla luce di queste impressionanti cifre è essenziale che l’Europa unisca le proprie forze per mantenere e persino rafforzare questo settore
, ha dichiarato Antonello Pezzini, relatore della relazione informativa del Cese sul tema “Promuovere un’innovazione incrementale in zone a forte vocazione manifatturiera”.
L‘Europa deve compiere passi decisivi per quanto riguarda la tecnologia digitale e facilitare l’accesso delle Pmi all’alta tecnologia. Il Cese chiede interventi e politiche speciali, che consentano alle piccole imprese di aumentare i rapporti in rete con le grandi imprese e incentivi rivolti a far sì che le piccole, con le grandi, possano collaborare per l’innovazione
, ha concluso Pezzini.
I nuovi processi di produzione richiedono anche un’ampia varietà di competenze per far fronte alla crescente complessità degli algoritmi e alle sfide di progettazione. A giudizio del Cese bisogna ricorrere a finanziamenti per collegare il mondo accademico alle politiche industriali e al mercato del lavoro e promuovere la riconversione di settori in difficoltà verso attività emergenti ad alta crescita.
Non possiamo ignorare queste sfide, dobbiamo mettere in comune i nostri punti di forza per rispondere efficacemente. Il Cese invita l’Europa e i suoi singoli Stati membri a mettere in atto adeguate strategie in materia di istruzione, fondamentali per acquisire nuove competenze e sviluppare nuovi percorsi di carriera
, ha sottolineato Pezzini.
I responsabili politici e le parti sociali devono intensificare i loro sforzi per prevedere le nuove esigenze. Solo con una forza lavoro ben istruita e preparata, le nostre imprese riusciranno a trasformare le sfide attuali in opportunità
, ha aggiunto Hannes Leo, correlatore della relazione informativa.