DIRITTO D'AUTORE

Copyright: Catricalà, nessuna censura su siti web

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio smentisce le indiscrezioni secondo cui il Governo vorrebbe affidare all’Agcom poteri di disabilitazione e disconnessione degli utenti che fruiscono di content illegali. Assprovider: “Le regole sul diritto d’autore si discutano in Parlamento”

Pubblicato il 30 Mar 2012

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Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha smetito le indiscrezioni, secondo cui il Governo vorrebbe affidare all’Agcom poteri di censura con tanto di disabilitazione e disconnessione nei confronti dei siti internet e degli utenti che veicolano contenuti digitali illegali. "Garantisco che la norma non è affatto censoria, non ha niente a che vedere con l’Hadopi francese, non prevede mai in alcuna maniera la disabilitazione né la disconnessione degli utenti, ma solo la rimozione dei contenuti illegali. Cioè non siano accessibili i siti che li ospitano, se non li tolgono entro un tempo ragionevole". E’ quanto dichiarato in un’intervista alla Stampa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in merito al fatto che il governo voglia delegare all’Agcom il potere di oscuramento dei siti italiani, come sembrerebbe da una bozza proveniente dagli uffici di Catricalà. Secondo la bozza l’Agcom ha il potere di disabilitare l’accesso ai servizi o di far rimuovere specifici contenuti che giudica violino il diritto d’autore.

"Sono nella cabina si regia sull’Agenda digitale – prosegue Catricalà – e ci stiamo allenando". Tuttavia Catricalà sottolinea che "finché si tratta di indiscrezioni non esiste niente, né dal punto di vista politico né dal punto di vista giuridico".

E sul tema del diritto d’auote torna anche Assoprovider preoccupata per un provvedimento "che trasformerebbe l’Autorità Garante per le Comunicazioni nell’unico sceriffo della Rete con enormi poteri che consistono nell’accertamento e nell’inibizione dei reati legati alla violazione del diritto d’autore che oggi sono giustamente demandati alla Magistratura coadiuvata dalle forze di Polizia"

"I promotori della notte della Rete (Adiconsum, Altroconsumo, Assonet, Assoprovider e Studi Legale Sarzana), a cui si sono aggiunti, il movimento "La rete dell’innovazione", l’associazione NetLeft, l’associazione "Rifondazione Italia per la legalità", l’associazione "Stati generali dell’innovazione" – si legge nella nota di Assoprovider – denunciano il grave comportamento del Governo che in modo inusuale, dietro il paravento del fornire un’interpretazione autentica della normativa vigente, consentirebbe invece una inaccettabile violazione dei diritti di cittadini e utenti con gravi ripercussioni sulla libertà dell’informazione nel nostro Paese".

"La stessa Agcom – ricorda l’associazione – ha riconosciuto agli organizzatori della notte della Rete di non avere le necessarie prerogative giuridiche per deliberare la propria proposta di regolamento sul diritto d’autore ed è per questo che tale decisione è stata finora rinviata".

"Il diritto d’autore, come da noi richiesto è in discussione in Parlamento e l’Agcom è in scadenza ma con il blitz di Catricalà che potrebbe tradursi in decreto legge, tutte le modalità democratiche in atto verrebbero spazzate via di colpo, scavalcando il Parlamento e permettendo subito l’approvazione del regolamento Agcom, bruciando sul tempo la scadenza del suo mandato. Con tali atteggiamenti non si mette in discussione solo il diritto d’autore ma tutto il nostro ordinamento giuridico e la Costituzione".

Assoprovider chiede dunque al governo "di non emanare questo assurdo provvedimento che non ha nulla di interpretativo e che violerebbe la Costituzione, chiediamo di lasciare al Parlamento la discussione democratica sulla nuova legge sul diritto d’autore e di concentrarsi invece con l’adeguata trasparenza nei confronti della società civile sulle nomine dei prossimi vertici Agcom in modo che nel prossimo futuro possano sedere in quelle posizioni rilevantissime per la libertà d’informazione nel nostro Paese persone non solo competenti ma che abbiano soprattutto quale unico mandato la salvaguardia dell’interesse generale e lo sviluppo democratico anche nel panorama digitale".

Secondo le indiscrezioni circolate ieri, il governo sarebbe pronto a delegare ad Agcom il delicato tema del copyright. Lo prevederebbe una bozza che porta la firma del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà. Nel articolo 1 del testo si legge: "L’autorità amministrativa avente funzioni di vigilanza di cui agli articoli 14, 15, 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, è l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Alla predetta Autorità è altresì affidata la risoluzione extragiudiziale delle controversie aventi ad oggetto l’applicazione sulle reti telematiche della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. “

“Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge – prosegue la bozza – l’Autorità adotta un regolamento che disciplina le procedure di notifica e rimozione dei contenuti in qualunque modo resi accessibili in Italia”.

Nell’articolo 2 si parla di “disabilitazione dell’accesso al servizio” quale misura primaria, cui fa seguito “solo se possibile” la disabilitazione dell’accesso “ai contenuti resi accessibili in violazione della legge”. L’Authority potrà ordinare la disconnessione da Internet di chi viene scoperto in violazione "nei casi di particolare gravità o di reiterazione delle condotte illecite".

Di contro, Agcom “promuove altresì iniziative atte ad incentivare l’adozione di codici di condotta che disciplinano i rapporti tra i titolari delle opere dell’ingegno e i prestatori di servizi, favorendo l’offerta legale dei contenuti nelle reti di comunicazione elettronica”.

Appena ieri il presidente dell’Authority, Corrado Calabrò, in audizione al Senato aveva auspicato che l’adozione del regolamento sul copyright fosse accompagnato da “una norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio. Una norma di interpretazione autentica che renda leggibile per tutti, e non solo per i giuristi, il combinato disposto delle norme sulle quali si fonda la nostra legittimazione ad intervenire”.

LE REAZIONI

Luigi Vimercati, Vincenzo Vita (Pd): “Notizie di stampa riportano di una bozza leggina che dovrebbe autorizzare Agcom a occuparsi del diritto d’autore su internet. Una leggina proposta non si sa bene da quale ministro. Ad una prima lettura appare una norma pericolosa che può dar adito ad un taglio fortemente censorio del futuro regolamento sul diritto d’autore. Un impianto che va oltre lo stesso prudente orientamento fin qui manifestato dal presidente Calabrò. Ribadiamo la necessità di una nuova legge di sistema sul diritto d’autore su Internet che riveda quella del 1941. Una nuova norma che si fondi sulla tutela dei diritti legittimi degli autori e sia rispettosa del diritto di libertà di informazione e di espressione dei cittadini sulla rete. Solo a valle dell’approvazione di una legge sarà possibile autorizzare Agcom ad emanare un regolamento ad essa coerente”.

Marco Scialdone (responsabile del team legale di Agorà Digitale) : “Si tratta di un vero e proprio capolavoro di pressappochismo giuridico che corre il rischio di vanificare le competenze delle altre autorità di garanzia, da quella della Concorrenza e del Mercato, a quella per la tutela dei dati personali. Non possiamo e non vogliamo credere che un governo tecnico possa adottare una disposizione del genere. Chiediamo a Monti di invertire la rotta e di uscire dalla logica emergenziale che ancora una volta la lobby dell’industria dell’intrattenimento vorrebbe imporre al Paese".

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