Nuovi guai all’orizzonte per Google. Stavolta, a impensierire la società di Alphabet è una lettera inviata alla commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, da 23 siti di ricerca lavoro, tra cui figurano il britannico Best Jobs Online e i tedeschi Intermedia and Jobindex. Nel documento, visionato da Reuters, le aziende contestano al motore di ricerca una condotta lesiva dei normali meccanismi competitivi, che comporta per i competitor danni in termini di numero di utenti iscritti alle piattaforme e di utili. Lo strumento messo a disposizione da Google è simile a quello proposto da Indeed, leader di mercato a livello globale sul fronte dell’online recruiting: in pratica la piattaforma connette, aggregandole, le offerte di diversi datori di lavori, permettendo ai candidati di filtrarle, salvarle e ottenere notifiche su posizioni aperte. Google, in più, posiziona una widget di grosse dimensioni in cima ai risultati di ricerca relativi a questi specifici topic. Ed è questo che i concorrenti giudicano illegale, in quanto dal loro punto di vista Mountain View sfrutterebbe illecitamente la propria posizione dominante nell’ambito search per ottenere una visibilità che gli altri player possono conquistarsi solo pagando. Il più delle volte, naturalmente, pagando proprio Google.
La Vestager, da parte sua, avrebbe già esaminato il caso, facendo intendere che nonostante il suo mandato termini il 31 ottobre, il file non andrà perduto: anche se il suo staff ufficialmente non ha rilasciato dichiarazioni, una persona coinvolta nella procedura di analisi ha infatti confidato a Reuters che verrà stata predisposta un passaggio di consegne dettagliato del lavoro svolto, in modo da permettere al nuovo commissario di continuare l’indagine.
Nick Zakrasek, senior product manager di Google search, ha dichiarato che la società ha accolto il riscontro del settore sugli strumenti per la ricerca di lavoro, precisando che l’offerta del gruppo va già incontro a passate segnalazioni di concorrenti. “Qualsiasi provider – da singoli datori di lavoro a piattaforme di job listing – può utilizzare lo strumento, e molti di loro hanno visto un incremento significativo nel numero di applicazioni ricevute”, ha detto Zakrasek in un nota. “Migliorando l’esperienza di ricerca, siamo in grado di generare più traffico verso i vari siti, supportando un ecosistema sano per la ricerca di lavoro”.
Eppure l’esperienza di Indeed dice il contrario. Secondo Jumpshot, il traffico proveniente da Google è calato del 5% rispetto al 2016, compensato dall’aumento delle iniziative di advertising, che però hanno un peso sulla crescita degli utili. D’altra parte Google non ha alcun interesse ad allentare la presa su un segmento che, stando alle previsioni di Recruit Holdings (la parent company di Indeed), crescerà del 35%.