POLITICA

Presidenziali Usa, i candidati anti-Trump favoriti dalla Silicon Valley

Le big tech scaldano i motori con largo anticipo in vista delle elezioni 2020 che si annunciano cruciali per il settore. E già molti top manager, da Elon Musk a Reed Hastings, cominciano a staccare assegni per i democratici in corsa

Pubblicato il 14 Ago 2019

trump

Nella Silicon Valley parte la corsa al sostegno dei candidati democratici per le elezioni Usa del 2020. Mancano ancora più di cinque mesi al primo caucus dell’Iowa eppure, nonostante molti top manager delle big tech rimangano in disparte in attesa che la rosa dei candidati si restringa, alcuni grandi nomi hanno già cominciato a staccare assegni.

Sarà una corsa cruciale data la strategicità delle prossime elezioni, per il settore, sottoposto a pressioni regolatorie e legislative attraverso indagini antitrust e sondaggi sull’abuso dei dati personali degli utenti. Ma sul piatto ci sono anche altri temi, apparentemente meno pertinenti ma ugualmente decisivi per la Silicon Valley come l’immigrazione, i cambiamenti climatici e il commercio.

La donazione massima è di 5.600 dollari o 2.800 per le primarie, riporta Cnbc: ecco i primi stanziamenti che risultano dai dati forniti della Commissione elettorale federale e del Center for Responsive Politics.

Il co-fondatore di Linkedin Reid Hoffman ha donato fondi a quattro candidati democratici primari, mentre il Ceo di Salesforce Marc Benioff ha fornito denaro a tre candidati. Il sindaco Pete Buttigieg di South Bend, Indiana, ha raccolto fondi dal Ceo di Netflix Reed Hastings e dal Ceo di Pinterest Ben Silbermann, mentre Meg Whitman, repubblicana per tutta la vita fino alla campagna del 2016, ha staccato un assegno per John Hickenlooper in Colorado.

Niente fondi a favore di Elizabeth Warren e Bernie Sanders che hanno preso posizioni più aggressive in materia di imposte sulle società e puntano a potenziali spezzatini delle Big Tech.

In particolare Eric Schmidt, ex CEO e ex presidente di Google, che ha recentemente lasciato il consiglio di Alphabet dopo 18 anni, ha contribuito con 5.600 dollari a Cory Booker, senatore del New Jersey, proveniente dalla stessa Stanford University frequentata dai co-fondatori di Google, Sergey Brin e Larry Page. Schimdt e Booker hanno investito insieme in una startup di video chiamata Waywire .

Schmidt ha donato altri 2.600 dollari a Joe Biden attualmente primo classificato nei sondaggi. Oltre al suo precedente supporto al presidente Barack Obama, Schmidt ha rapporti commerciali con Biden.

Reed HastingsCeo di Netflix ha fatto un assegno da 5.600 dollari a Pete Buttigieg, 37enne sindaco South Bend, nell’Indiana, la grande sorpresa della Primaria democratica, che ha partecipato a una raccolta fondi il mese scorso ospitata da Hastings e altri a Menlo Park, in California.

Marc Benioff, il co-Ceo e co-fondatore di Salesforce, acceso critico della politica dei Donald Trump, ha investito migliaia di dollari su Booker, Kamala Harris, Harris.

Reid Hoffman, co-fondatore e partner di Linkedin ha contribuito con 2.800 dollari a Booker, Harris; Kirsten Gillibrand senatore di New York; e Amy Klobuchar , senatrice del Minnesota. Hoffman è un acceso critico di Trump.

Il Ceo di Twitter e Square, Jack Dorsey,  ha donato 5.600 dollari a Tulsi Gabbard, la deputata delle Hawaii, oltre all’imprenditore tecnologico Andrew Yang , che punta a un progetto per il reddito di base universale, garantendo pagamenti di $ 1.000 ogni mese a tutti i cittadini statunitensi di età superiore ai 18 anni.

Anche Elon Musk, Ceo di Tesla e SpaceX, ha recentemente  annunciato il suo sostegno a Yang, anche se non ci sono indicazioni che abbia ancora fornito denaro.

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