A poche ore dal 45esimo vertice del G7, che si terrà a Biarritz, in Francia, dal 24 al 26 agosto, Emmanuel Macron punta il dito contro i colossi digitali, accusandoli di pagare ingiustamente tasse troppo basse rispetto alle revenue che generano. Rivolgendosi al governo degli Stati Uniti, il presidente francese chiede collaborazione per la riforma globale fiscale, in modo da costringere anche i giganti tecnologici a contribuire equamente al bene comune.
“I grandi player digitali non lo stanno facendo”, ha dichiarato Macron. “Io non sono d’accordo con l’attuale sistema, non penso vada bene nemmeno per i lavoratori americani”. Macron, come tutti sanno, allude al fatto che le grandi corporation che hanno fatto la propria fortuna grazie a Internet, i cosiddetti Ott (Over the top), hanno al momento la facoltà di detenere la propria sede legale europea, e quindi di versare le tasse, in veri paradisi fiscali, come il Lussemburgo e l’Irlanda, a prescindere da dove vengono generate le revenue.
Per Macron riuscire a imporre un maggior carico fiscale ai big tecnologici è una questione di giustizia sociale, ed è per questo che preme per la creazione di un codice fiscale universale riservato ai servizi digitali. La politica interna francese, d’altra parte, ha già preso questo indirizzo: il parlamento ha approvato a luglio l’introduzione di un’addizionale del 3% sui ricavi maturati attraverso servizi digitali in Francia per le aziende con più di 25 milioni di euro di fatturato sul mercato nazionale e con 750 milioni di euro di fatturato a livello globale.