Mercato tedesco del fintech in ebollizione. Nella patria della “banca mobile” N26 sta nascendo una galassia di startup che sta registrando, nonostante l’alto tasso di “mortalità”, un afflusso record di denaro: 1 miliardo di euro nel 2018 mentre il 2019 si presenta ancora più ricco con investimenti pari a 900 milioni di euro già nel primo semestre, secondo i dati di Barkow Consulting.
L’ultima a muoversi è Goldman Sachs che si dichiara pronta a scommettere in una serie di startup del fintech.
“Puntiamo molto sul fintech di Berlino e della Germania nel suo complesso” dice Rana Yared, partner Goldman e amministratore delegato del gruppo Principal Strategic Investments. Anche se il gruppo è “estremamente cauto” nelle valutazioni: “Anche ricevere maxi-finanziamenti rappresenta una sfida per le aziende – dice -, c’è il rischio di un ciclo discendente e della conseguente necessità di raccogliere nuovi fondi a una valutazione inferiore”.
Eppure il settore è attraversato anche da forti criticità. Secondo uno studio PwC 34 aziende tedesche di fintech hanno chiuso nei primi cinque mesi di quest’anno – un record per il periodo. La società di analisi individua la causa nell’ascesa del fenomeno “me-too-fintechs”, una pluralità di società che si “tuffa” nel business senza però fare a sufficienza i conti con il vantaggio competitivo raggiunto da precedenti startup dello stesso settore.
Goldman non guarda solo a Berlino “anche seattualmente sembra la capitale del fintech – spiega Goldman Sachs -. Altre aziende si stanno sviluppando a Francoforte. Sta nascendo un ecosistema che attira talenti”.
A maggio Goldman ha investito su Elinvar, sede a Berlino, fondata da ex dipendenti della Deutsche Bank e che ha costruito una piattaforma digitale per consentire ai finanziatori di offrire i propri servizi online. Due mesi dopo, ha investito 25 milioni di euro in Raisin, piattaforma Internet che consente all’utente di confrontare i prodotti di risparmio bancario.