Bruxelles non ammorbisce la sua linea sulla web tax: Paolo Gentiloni, commissario europeo designato a succedere a Pierre Moscovici alla guida degli affari economici, ha affermato che l’Unione europea intende introdurre autonomamente la tassa sui servizi digitali nel caso venisse meno la possibilità di raggiungere un accordo globale. Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio dei ministri in Italia dal dicembre 2016 al giugno 2018, è stato designato commissario europeo dal nuovo governo Conte e prescelto per l’Economia dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen; è ora in attesa del voto di conferma del Parlamento europeo.
“Il mio primo compito sarà di verificare se è possibile introdurre una web tax a livello Ocse/G20, ovvero su scala globale, perché questa sarebbe la soluzione più efficace”, ha dichiarato Gentiloni in un’intervista al quotidiano La Stampa. “La Commissione cercherà di raggiungere un accordo entro il 2020 ma se non sarà possibile la mia missione sarà di proporre una web tax europea”. In assenza di una soluzione globale, l’Ue non è disposta ad aspettare, ha sottolineato il commissario designato, aggiungendo che “Viste le dimensioni del mercato, una web tax europea sarebbe di valore rilevante”.
Gentiloni ha indicato anche che, in qualità di commissario europeo all’Economia, si occuperà delle iniziative per armonizzare le tasse sulle imprese (corporate tax) tra i diversi stati membri dell’Ue.
Sulla web tax arriva anche l’assist del neo ministro italiano per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia: “La tassa sulle società che erogano servizi digitali senza dichiarare la stabile organizzazione in Italia resta una priorità assoluta del governo“, ha affermato Boccia in un’intervista con il Sole24Ore. “Continuo a pensare che le tasse vadano applicate là dove si fa il business, e là dove l’azienda ha una stabile organizzazione, anche se dissimulata”.
Il precedente governo Conte, lo scorso luglio, ha annunciato un momentaneo rinvio della web tax italiana in attesa delle deisioni a livello Ue e Ocse.
Per Boccia “L’urgenza è recuperare l’Iva, da qui la mia proposta, ora e allora, di assegnare una partita Iva ad ogni operatore presente in Italia. Altrimenti salta la simmetria, cioè l’equità, rispetto alle altre aziende che pagano le imposte indirette”.
In merito alla corporate tax per Boccia “La discussione è da fare ed è peraltro in corso anche in sede Ocse. Ci arriveremo, ma con un accordo internazionale omogeneo per tutti e condiviso“.