Il venture capitalist Marc Andreessen è passato alla storia per una frase: «Il software si sta mangiando il mondo». È da molto considerato un modo sintetico anche se brutale per riassumere la digitalizzazione e certamente è un modo per vedere quel che sta passando sui tavoli dei vertici del gruppo automobilistico tedesco Volkswagen. La casa di Wolfsburg ha infatti annunciato un piano di investimenti miliardari spalmati su 3-5 anni per un totale di 8 miliardi di euro che impatterà sui suoi 12 marchi automobilistici.
Il piano entra a far parte del passaggio dell’industria automobilistica in generale verso le auto elettriche e connesse, che sta provocando una rivoluzione piuttosto rapida. Uno degli obiettivi di Volkswagen è unificare tutte le sue attività IT in un unico modello, in maniera tale da aumentare notevolmente l’efficienza del gruppo e permettere ad esempio di effettuare una condivisione di componenti e tecnologie chiave trasversale a tutte le controllate.
Il gruppo Volkswagen ha complessivamente 650mila dipendenti, con una forza lavoro digitale che porterà all’assunzione di circa 10mila sviluppatori, come ha spiegato al salone dell’automobile di Francoforte il responsabile dei servizi digitali e per l’automobile del gruppo. Christian Senger.
Il gruppo aveva già annunciato una parte della sua strategia, che prevede la creazione di un supergruppo di esperti digitali, circa 5mila persone, che devono lavorare per creare un sistema operativo uniforme attraverso tutti i nuovi modelli che verranno presentati il prossimo anno: una specie di VW.OS che possa essere utilizzato attraverso tutti i tipi di automobili: elettriche, ibride e con motore termico (cioè le tradizionali auto a benzina e diesel).
L’amministratore delegato del gruppo, Herbert Diess, ha tracciato la via per l’espansione del software e degli investimenti digitali e all’inizio di quest’anno ha avviato il lancio del più grande cloud automobilistico del settore con il partner strategico Microsoft. Con la creazione dell’unità Car.Software, la Volkswagen pianifica di portare lo sviluppo interno del software ad almeno il 60% entro il 2025 da meno del 10% di adesso.
Ad accompagnare questi cambiamenti radicali c’è il patto sul lavoro del 2016, che prevede di tagliare 30mila posti di lavoro in tutto il mondo attraverso misure volontarie come pensionamento anticipato e scivoli. Il numero di dipendenti netti è diminuito di 6.900 persone a luglio di quest’anno, mentre la casa automobilistica ha aggiunto circa 3.400 nuovi posti di lavoro in aree come lo sviluppo software della connettività per auto.
La Volkswagen ha realizzato fino a 2,5 miliardi di euro di risparmi sui costi, liberando fondi che può investire nelle tecnologie digitali.
Il primo veicolo basato su VW.OS sarà l’autovettura elettrica a 3 o 5 porte “ID.3” presentata a Francoforte questa settimana. La produzione inizierà a novembre e i veicoli arriveranno negli showroom il prossimo anno. Dal 2025, tutti i nuovi modelli useranno il sistema operativo sviluppato internamente. Attualmente, oltre 70 unità di controllo con software operativo di 200 fornitori diversi devono essere integrate nei veicoli a marchio Volkswagen, resi ancora più complessi utilizzando sistemi differenti per funzioni simili, come ad esempio infotainment e navigazione.
Una “miriade di collegamenti tecnici” tra le centraline elettroniche di controllo Volkswagen e le funzioni software dei veicoli si traducono in una “paralizzante quantità di complessità”. Gli aggiornamenti non sono possibili e le opzioni per generare economie di scala sono estremamente limitate, ha detto Senger a Francoforte.
Per questo Volkswagen ha intrapreso un ampio piano di revisione che andrà avanti sino al 2025, includendo ampi sforzi per ridurre la complessità e rendere più agile l’azienda nonostante la sua dimensione. Il potenziamento delle operazioni del software è una parte fondamentale di questo cambiamento.