“Avvicinare l’amministrazione alle esigenze dei cittadini è la nostra priorità. Solo così si compie davvero la trasformazione digitale. E questa è la nostra priorità”. Roberto Lagalla, assessore all’Istruzione della Regione Siciliana, spiega a Corcom i progetti in campo. La Sicilia sta spingendo fortemente l’acceleratore sull’innovazione, sia dal punto di vista dell’infrastrutturazione sia delle piattaforme innovative. E sono numerose le iniziative portate già a compimento e altrettante quelle in cantiere.
Assessore Lagalla, come il digitale può in concreto migliorare la vita dei cittadini?
Con l’ausilio delle tecnologie emergenti è possibile anticipare i bisogni del cittadino, alzando la qualità del servizio e garantendo la semplicità di fruizione in modo da accontentare anche i ‘palati’ più esigenti. In questo senso stiamo lavorando duramente per diventare il centro di eccellenza dell’innovazione per il Sud grazie alle iniziative del piano triennale. Abbiamo l’ambizione di rendere digitale la Regione Siciliana, non è semplice né scontato l’intraprendere un percorso verso la alla completa digitalizzazione perché comporta soprattutto un cambio culturale oltre che tecnologico ma stiamo lavorando per renderlo possibile.
Su quali tecnologia state puntando?
Innanzitutto sull’adozione di sistemi di cloud computing per la razionalizzazione delle infrastrutture e dei servizi ai cittadini, e poi sulle tecniche di dematerializzazione per rendere completamente telematico il colloquio tra amministrazione e cittadini. Ma guardiamo con grande interesse anche alla Blockchain a garanzia della sicurezza dei dati.
Sul fronte cloud cosa vi aspettate?
Il cloud è senza ombra di dubbio la risposta al cambiamento atteso da tempo: rappresenta l’infrastruttura su cui si creano le fondamenta per la trasformazione digitale. Avere i servizi in cloud consente alla pubblica amministrazione di essere operativi quando è necessario, in qualunque luogo e attraverso qualsiasi dispositivo velocizzando i tempi di risposta nell’erogazione dei servizi e aumentando la customer satisfaction dei contribuenti. La tecnologia e l’innovazione non sono più un costo per lo Stato, ma diventano fattori di competitività. Non solo: razionalizzando la frammentazione dei data center attualmente dislocati sul territorio in un unico data center regionale si realizzerà un significativo risparmio.
E la dematerializzazione?
Puntiamo molto sulla firma digitale, un valido tentativo per allentare le maglie dell’asfissiante burocrazia italiana, fornendo al contempo al cittadino un innovativo strumento di autenticazione a distanza.
La sicurezza: come fare a garantirla?
Il Gdpr ha rappresentato un cambiamento epocale sul tema sicurezza al trattamento dei dati in particolar modo per le PA che trattano i dati dei cittadini; un momento importante nel nostro percorso di trasformazione affinché i cittadini ci riconoscano come interlocutori sicuri ed affidabili. Abbiamo già avviato e stiamo mettendo in campo una strategia di cybersecurity che si basa su una rivisitazione complessiva del processo con cui i dati vengono trattati, a partire dalla definizione di ruoli e responsabilità passando per un’analisi dei rischi che ci consente di rispondere in maniera adeguata ai cyber attacchi e mettendo in pratica le adeguate misure di sicurezza fisiche e logiche per rispondere con prontezza nei casi di data breach. Non solo queste ma anche l’adozione di ecosistemi intelligenti, mi riferisco ad esempio alla videosorveglianza e l’utilizzo di analytics, alla dotazione di reti e sensori IoT che consentono di individuare rapidamente possibili fiamme, fumi, fughe di gas e velocizzando la gestione delle emergenze. Questo è quello che stiamo facendo e continueremo a fare per tutelare al meglio la sicurezza dei cittadini.
Ha accennato alla blockchain. Ci sono già progetti?
Il vero ambito di sviluppo sul quale la blockchain può dare un valore speciale credo sia quello della governance. Il presupposto è che la Blockchain possiede il potenziale e la capacità di migliorare la trasparenza delle istituzioni locali e regionali, rendendo anche più semplice la comunicazione dei dati sensibili senza compromettere i delicati capisaldi di sicurezza e privacy. Partendo da questa prospettiva la Blockchain potrebbe rappresentare il futuro di città e comunità intelligenti.
Per sostenere la trasformazione digitale è importante anche dotarsi di infrastrutture di rete in grado di sostenere lo sviluppo di servizi innovativi. Sul fronte banda larga qual è lo stato dell’arte?
Porteremo la banda ultralarga in casa di tutte quelle famiglie e di tutte quelle imprese che non l’avrebbero mai avuta senza il sostegno pubblico perché gli operatori non avrebbero avuto convenienza a realizzarla. Oggi negare a cittadini ed imprese la fibra ottica ed una velocità sotto i 30 Megabit è come negare l’energia elettrica nel primo dopoguerra. Il nostro obiettivo è portare la fibra ottica in tutte le aree della regione che ne sono ancora scoperte e con il secondo grande progetto Bul finanziato con oltre 184,5 milioni di euro saremo la regione con il più alto livello di infrastrutturazione digitale nelle aree bianche. Raggiungeremo anche le aree rurali: ben 13,5 milioni di euro sono stati destinati dal Psr (Programma sviluppo rurale, ndr) per intervenire nelle aree rurali a sostegno dei cittadini che scelgono di continuare a vivere in quelle aree e degli agricoltori e delle loro imprese che devono stare connesse con il mondo alla stessa velocità di un residente nelle città.
Qual è la roadmap?
Entro il primo semestre 2021 la rete servirà 315 comuni della Sicilia oltre 730.000 abitanti ed oltre 600.000 unità immobiliari. Il tutto in modalità fiber-to-the-home. La fibra consentirà una connettività a 100 Mb ad oltre 414.000 unità immobiliari ed almeno 30 megabit a oltre 200.000 unità. In questo momento siamo la Regione con più cantieri chiusi (48) ed oltre 100 cantieri aperti.