FREQUENZE

Salta il beauty contest, ma la strada è in salita

Decreto atteso per i prossimi giorni. In vista una gara onerosa, ma low cost per le quattro frequenze sui 700Mhz. Gentiloni: “Ora attenti ai contraccolpi nel Pdl”

Pubblicato il 10 Apr 2012

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Azzeramento in vista per il beauty contest. Il Governo vuole approvare un decreto ad hoc prima del 20 aprile allo scadere cioè della sospensione peraltro impugnata al Tar del Lazio da Mediaset e Europa 7. Lo scrivono il Sole 24 Ore e la Repubblica. La nuova procedura, che potrebbe vedere la luce già in settimana, riguarderà li sei multiplex che secondo il "concorso di bellezza" avrebbero dovuto essere assegnati gratuitamente alle tv. La Repubblica ricorda le stime di Mediobanca secondo la quale il valore d’asta delle frequenze da mettere a gara si aggira intorno al miliardo e 200 milioni. Della svolta starebbe già occupandosi la Commissione Ue.

Ma la "svolta" annunciata dal ministro Passera presenta molte incognite: come realizzare 1 miliardo (e oltre) con la procedura prevista? Quanto dovrà sborsare lo Stato per recuperare le frequenze allo scadere della concessione? Come dovrà essere formulato il bando di gara per proteggerlo da ricorsi? E le frequenze che si stanno per mettere all’asta, sono davvero utilizzabili dall’Italia?

Quattro canali si trovano nella banda 700Mhz che secondo il Wrc-12 a partire dal 2015 potrà essere utilizzato anche (oltre che dalla Tv) per la banda larga mobile. Di conseguenza l’asta, per queste 4 frequenze nei 700Mhz, sarà low cost, a termine (fino al 2017-2018) e riservata agli operatori tv. Al termine della scadenza le frequenze dovranno essere restituite allo Stato: il rischio è che le emittenti potrebbero essere risarcite degli investimenti fatti. L’alternativa consiste nell’assegnare alle emittenti che dovranno restituire la frequenza, una frequenza in scambio. Dove? Marco Mele del Sole 24Ore fa notare che restano disponibili eventualmente solo 28 canali utilizzabili.

Ma c’è un problema: come già aveva scritto il Corriere delle Comunicazioni, non essendo stato effettuato dal precedente ministero di Paolo Romani nessun lavoro di coordinamento con gli Stati vicini, i canali nella banda 700Mhz sono difficilmente utilizzabili perché già assegnati a Paesi confinanti: esiste un alto rischio di "collisione" tra i canali utilizzati in Sicilia e quelli del Nordafrica. Per questo il provvedimento farà perno (come annunciato dal Corriere delle Comunicazioni) sull’introduzione del nuovo standard Dvb-T2 che moltiplica la capacità trasmissiva. Ma anche, dice il Sole 24 Ore, su un ulteriore consolidamento delle tv locali che permetterà di lasciar libere porzioni di spettro radio.

Il governo dovrà infine far fronte all’impugnazione del provvedimento da parte dei partecipanti al beauty contest (per le risorse già impegnate) e al vaglio della Commissione Ue che dovrà essere "convinta" che la nuova gara aumenta pluralismo e concorrenza.

"L’azzeramento del beauty contest è una buona notizia. Adesso dal governo mi aspetto che non subisca i veti dei partiti e che punti a ottenere il massimo di risorse economiche dalla gara’" ha commentato Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni del Pd, la decisione di Corrado Passera. Ma si augura di "non assistere a un’asta ‘low cost’". "Ora bisogna stare attenti ai contraccolpi nel Pdl" perché l’asta ‘"deve essere vera" e "ottenere il massimo possibile da un bene pubblico": già ‘"grano alcune indiscrezioni che riferiscono di una vendita fatta sulla base di pochi milioni". E’ ‘vero – ammette Gentiloni – che il mercato televisivo e’ saturo e soffre di una crisi profonda per il calo della pubblicita’ ‘. Ma non si puo’ pensare a una gara appunto ‘low cost’, e il governo ‘deve pensare al futuro, guardare a Internet. Servono piu’ frequenze per la banda larga’.

Reazioni positive anche da Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti (Articolo 21): "Passo positivo, ora serve conoscere nel dettaglio il testo finale e comprendere, per esempio, quanta parte delle frequenze sia stata riservata ai nuovi entranti, alla emittenza locale, sociale e comunitaria, alle nuove forme di produzione e gestione, all’innovazione tecnologica e digitale".

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