“Problemi con la sicurezza delle reti? Finora non ci sono stati. Siamo in Italia da 15 anni e intendiamo restare e continuare a investire”: in occasione della tappa romana dello roadshow nazionale dedicato al progetto “Smart City for Intelligent Life”, il ceo di Huawei Italia, Thomas Miao, risponde così alle inevitabili domande legate agli effetti del “ban” americano.
E all’indomani della visita nel nostro Paese del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo “rassicurato” dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio – “Abbiamo Golden Power e Perimetro Cibernetico“ – il ceo di Huawei annuncia nuovi importanti iniziative per il nostro Paese: “Abbiamo investito molto, creato posti di lavoro e vogliamo continuare il nostro percorso. Ora puntiamo sulle smart city e dopo il progetto pilota di Cagliari vogliamo lanciare una Smart City Alliance con partner e stakeholder per spingere l’innovazione nelle città”. Il tour, partito da Milano il 23 settembre, dopo le tappe di Torino e Genova e l’odierna a Roma, si prepara a sbarcare a Bari l’8 ottobre per poi concludersi proprio a Cagliari il 15 ottobre.
A Roma l’Innovation Center Huawei
E poi sarà nuovamente la volta di Roma, il 24 ottobre, per il taglio del nastro dell’Innovation Center, una cittadella dell’innovazione “aperta” a tutti coloro che vorranno toccare con mano le tecnologie già disponibili e quelle di prossima generazione soprattutto in tema di 5G. “Siamo i massimi investitori del 5G a livello mondiale”, ha detto Miao e “vogliamo dare vita a un ecosistema insieme ad altre aziende e a tutti coloro interessati a lanciare progetti innovativi”.
Smart city, Italia a macchia di leopardo anche sulle competenze
Durante l’evento romano l’azienda ha presentato, insieme con EY, il white paper “Smart City” che mostra la mappa aggiornata delle iniziative nelle città più impegnate in tal senso e che traccia la roadmap prossima ventura: ancora troppo disomogenea la diffusione delle iniziative. E la frammentazione delle competenze rappresenta un altro grosso problema, evidenzia il report. I piani di smart city spesso procedono lentamente a causa della difficoltà di coordinare tutti gli attori coinvolti, sia all’interno dell’amministrazione comunale, sia tra le diverse parti interessate che dovrebbero contribuire al successo dei progetti di smart city e che potrebbe essere raggiunto – si suggerisce nel report – attraverso l’adozione di infrastrutture orizzontali, come ad esempio piattaforme di dati, che indirizzano tutti gli attori coinvolti verso lo stesso obiettivo, agendo in modo coordinato.
“Faremo leva sulla nostra strategia in materia e sulla grande esperienza che abbiamo maturato in oltre 160 progetti di smart city in tutto il mondo – ha sottolineato Miao -. Esercitando il nostro ruolo di abilitatore, partner e incubatore di smart city, continueremo a sostenere la digitalizzazione del Paese. Il fine ultimo è consentire all’Italia di assumere un ruolo di leadership sulla scena globale in questo campo”.