L'INTERVENTO

Zuckerberg senza segreti: il Q&A di Facebook va in live streaming

Dopo l’audio segreto trapelato nei giorni scorsi che portava alla luce gli attacchi del ceo alla senatrice Democratica Elizabeth Warren, resa pubblica la sessione con i dipendenti: si discute di Bernie Sanders, fake news e il nuovo servizio di dating

Pubblicato il 04 Ott 2019

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Dopo l’audio “segreto” di Mark Zuckerberg trapelato sui media Usa con un duro attacco alla senatrice Democratica Elizabeth Warren, il ceo di Facebook fa una mossa a sorpresa e decide di rendere pubblico un altro audio con i suoi commenti su Bernie Sanders e la politica Usa. Queste registrazioni riprendono le regolari sessioni Q&A che Zuckerberg organizza con i dipendenti; finora erano rimaste riservate ma, visto che all’inizio della settimana qualcuno ha portato alla luce l’audio della sessione di luglio (attirando non poche critiche sull’atteggiamento aggressivo di Zuck nei confronti della candidata alla presidenza Usa che minaccia uno spezzatino della sua azienda) il numero uno di Facebook ha deciso di cambiare marcia. “È una buona cosa far conoscere a tutti come si svolgono queste sessioni”, ha detto. “Sono talmente negato con le interviste che non posso far peggio”, ha aggiunto.

La replica a Sanders sui miliardari

Nel Q&A mandato a sorpresa ieri in live streaming, Zuckerberg ha risposto a una provocazione di Sanders (momentaneamente ritiratosi dalla campagna per le presidenziali 2020 per motivi di salute): il senatore Democratico ha detto che i miliardari non dovrebbero esistere e Zuck (che ha un patrimonio valutato 69 miliardi di dollari) ha replicato: “Capisco che cosa intende. Non so quale sia la soglia oltre la quale un patrimonio diventa eccessivo ma in un certo senso è vero che nessuno merita di avere così tanti soldi”.

Sulla Warren, nel Q&A di luglio, Zuckerberg aveva detto di essere pronto a combattere con ogni arma legale contro le crociate antitrust della senatrice e ora ha confermato la sua posizione ma ha aggiunto: “Cerchiamo però di non alzare ulteriormente i toni di questo antagonismo”.

Zuckerberg ha chiarito che la sessione di domande e risposte indebitamente resa pubblica era rivolta agli stagisti e quindi, probabilmente, è stato uno di loro a svelarla.

Guerra alle bufale (evidenti)

Nella sessione di ieri in live streaming il ceo di Facebook ha dato anche qualche indicazione sul business dell’azienda. Più dell’80% delle persone che usano il nuovo servizio di dating di Facebook (attivo da settembre negli Stati Uniti) lo utilizzano su scala settimanale, ha detto. Zuckerberg ha ribadito l’impegno contro le fake news dicendo che l’obiettivo del social è eliminare “tutte le bufale ovvie e totali”, ovvero le affermazioni che sono false su tutta la linea. Più difficile sarà andare a scovare notizie e dichiarazioni che si muovono tra elementi verificabili e altri completamente infondati.

Il Congresso vuole chiarimenti su Libra

C’è un altro tema caldo per Facebook, oltre alle fake news sulla sua piattaforma: il lancio della criptovaluta Libra, previsto per il 2020 ma dai tempi sempre più incerti dopo gli allarmi dei regolatori e lo scetticismo degli stessi membri della Libra foundation, come Visa e Mastercard, pronti a sfilarsi dal progetto. Reuters riporta che la Chief operating officer Sheryl Sandberg, la numero due di Facebook, ha acconsentito a testimoniare il 29 ottobre su Libra davanti a una commissione parlamentare, l’House of representatives Financial services committee. Il panel ha tuttavia fatto sapere che confermerà l’udienza solo dopo che avrà avuto la garanzia che lo stesso Zuckerberg si presenterà davanti alla commissione a gennaio.

“Il progetto di Facebook suscita forti timori su privacy, trading, sicurezza nazionale e politica monetaria, non solo per gli oltre 2 miliardi di utenti di Facebook, che avranno immediato accesso a questi prodotti, ma per i consumatori, gli investitori e l’economia globale”, è la posizione su Libra espressa dalla presidente della commissione parlamentare, Maxine Waters. Per la Waters Facebook non deve implementare la sua criptovaluta finché Congresso e regolatori metteranno in piedi un adeguato quadro normativo.

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