Due società offshore che lanciano una criptovaluta, per un valore stimato di 1,7 miliardi di dollari. I token previsti per l’emissione sono 2,9 miliardi e un miliardo sono prenotati da investitori americani. Quanto basta perché la SEC, l’autorità per la regolamentazione dei mercati, blocchi l’operazione con un ordine restrittivo temporaneo.
Le società coinvolte sono Telegram, la società di messaggistica fondata dai miliardari russi Nikolai e Pavel Durov, e la società strumentale sussidiaria Ton Issuer.
I “Grams”, questo il nome della criptovaluta creata da Telegram, sono stati progettati per essere lanciati con una offerta iniziale comprensiva di tutti i token previsti, pari a 2,9 miliardi di certificati digitali, per un valore stimato di 1,7 miliardi di dollari, suscettibili di rapida crescita in un mercato di compravendita, che però è totalmente non regolato e al di fuori delle garanzie offerte dalla SEC.
L’ordine restrittivo è solo l’ultima delle mosse da parte di un regolatore internazionale per bloccare il settore delle criptovalute, che sta diventando ogni giorno più vivace.
La posizione della SEC è tale per cui le offerte iniziale di moneta sono offerte di titoli e come tali devono essere regolati per legge dalla SEC medesima, negli Stati Uniti. Questo comporta la registrazione delle aziende e la completa trasparenza sui documenti. «La nostra azione di oggi – ha detto Stephanie Avakian, co-direttore del Division of Enforcement della SEC – è stata fatta con l’intento di impedire una alluvione di token digitali da parte di Telegram sul mercato americano che sosteniamo siano stati venduti illegalmente».
Telegram aveva promesso di dare le monete virtuali ai clienti entro il 31 ottobre, quando aveva previsto di lanciare la sua blockchain.