LA CRISI

Call center, Catalfo: “Da governo attenzione massima. Via ai tavoli tecnici”

La ministra del Lavoro ha incontrato sindacati e associazioni datoriali: “Focus su delocalizzazioni, dumping salariale e formazione”. Asstel: “Ora lavorare sulle potenzialità di sviluppo del settore”. Assocontact: “Investimenti su skill e tecnologia chiave di volta”. Slc, Fistel e Uilcom: “Bene percorso condiviso con aziende”

Pubblicato il 15 Ott 2019

nunzia - catalfo

“L’attenzione sul comparto è massima, verso ciascuna delle sfaccettature che esso ha prodotto in questi ultimi anni: dalla delocalizzazione alla contrazione dei volumi, dal costo del lavoro, alla riqualificazione degli addetti al dumping salariale”. Ad affermarlo in una nota è il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, a seguito dell’incontro sui call center con sindacati e associazioni datoriali.

I partecipanti al tavolo hanno tracciato il quadro generale del settore e illustrato, ciascuno per quanto di propria competenza, le rispettive posizioni e richieste. A sintesi dell’impegno assunto ad affrontare i nodi strutturali del comparto call center che, soprattutto in Italia meridionale, sta generando situazioni di grave disagio, il ministro Catalfo ha terminato annunciando che: “la discussione dovrà necessariamente essere spostata a un tavolo tecnico la cui convocazione avverrà in tempi brevi, entro la fine del mese, per trovare soluzioni mirate a problematiche da risolvere nel breve e nel lungo periodo”.

L’impegno del governo ha ricevuto il plauso delle imprese. Per Asstel l’incontro è “una significativa testimonianza di attenzione da parte del Governo, e al tempo stesso un riconoscimento del lavoro svolto negli ultimi anni dalle imprese della filiera, dalle organizzazioni sindacali e da Asstel per assicurare la competitività delle aziende, la salvaguardia dell’occupazione e la capacità di far fronte ai radicali cambiamenti in atto nel settore”.

“Nell’ultimo decennio i servizi di Customer Service hanno vissuto difficoltà crescenti, così come l’intera filiera delle telecomunicazioni, chiamata oggi a fare i conti con normative e regolamentazioni penalizzanti in un mercato ipercompetitivo – spiega una nota dell’associazione – Ciò nonostante le Tlc stanno compiendo grandi investimenti – a partire dall’acquisizione delle frequenze 5G – e lavorano quotidianamente per l’innovazione del Paese. Allo stesso modo, le imprese di Customer Service sono impegnate per garantire nuove prospettive al settore, adottando tecnologie digitali che realizzino servizi a più alto valore, attraverso l’aggiornamento e la riconversione delle competenze professionali, e la formazione di nuove skills adeguate alla trasformazione digitale in atto”.

L’auspicio di Asstel è dunque che all’incontro si dia continuità e che il Governo da oggi faccia interamente la sua parte, assicurando il necessario quadro istituzionale agli sforzi che imprese, associazioni e organizzazioni sindacali sostengono da tempo per fare crescere un settore vitale per il futuro del Paese.

Assocontact sottolineando l’importanza dell’iniziativa evidenzia il ruolo cruciale che possono svolgere le aziende committenti che devono “sedere e partecipare attivamente al tavolo di lavoro, altrimenti sarà impossibile tradurre gli intendimenti in azione e risolvere i problemi ancora aperti”. “E’ impossibile non evidenziare che i committenti sono la chiave di volta del sistema: senza il loro coinvolgimento e convincimento ogni soluzione rischia di non essere agita o di essere depotenziata – spiega il presidente Lelio Borgherese – Basti pensare alle Tabelle Ministeriali che, da strumenti virtuosi utili a stabilire il prezzo minimo di vendita dei servizi di Customer Management, sono divenute la soglia massima su cui vengono misurate tutte le offerte commerciali, secondo una strategia che punta a massimizzare il risparmio e non a rendere il settore sostenibile né tantomeno a valorizzarne la qualità e le professionalità”.

Assocontact ha ribadito, inoltre, l’importanza della clausola sociale in un quadro normativo che però ha ancora bisogno di ulteriori approfondimenti e chiarimenti; ha sottolineato la necessità di investimenti in formazione e tecnologia come strumenti di accelerazione necessari e ineludibili, sempre all’interno di un quadro normativo per le Aziende, le lavoratrici e i lavoratori dei Contact Center che si basi su una legge di riordino complessivo del settore e su una piattaforma contrattuale sempre più adeguata e modellata sulle concrete esigenze organizzative degli Outsourcer.

I tavolo tecnici

Dal prossimo 30 ottobre partirà una serie di tavoli tecnici sul settore dei call center a cui parteciperanno le parti sociali e i rappresentanti di Mise e ministero del Lavoro. Durante l’incontro “abbiamo affrontato diversi temi del settore che vanno dalla delocalizzazione alla nostra richiesta di far adottare alle aziende (comprese quelle pubbliche) in caso di appalti, il contratto delle tlc”, ha spiegato il segretario generale della Uilcom Salvo Ugliarolo al termine dell’incontro, spiegando che i sindacati hanno anche chiesto di provare a sviluppare un percorso di ammortizzatori sociali “che sia strutturale, per accompagnare le aziende sia nelle situazioni di crisi che di riconversione verso la digitalizzazione”.

Con la ministra Catalfo e la sottosegretaria Alessandra Todde, al tavolo sui call center, “abbiamo a fuoco i problemi dei call center e presentato la nostra piattaforma. E il governo ha dato piena disponibilità a trovare delle soluzioni, ecco perchè si è deciso di avviare dei tavoli tecnici”, ha aggiunto al termine dell’incontro il segretario nazionale della Fistel Cisl Giorgio Serao. Sui problemi del settore dei call center “siamo tutti d’accordo, ma lo siamo meno sulle soluzioni”, ha poi concluso il segretario generale della Slc Cgil Fabrizio Solari. “Almeno, però, ora c’è un percorso condiviso da fare in cui ci potremo concentrare sulle singole questioni e non solo sulle singole imprese”.

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