L’economista ed ex direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, ha sciolto la riserva, accettando la candidatura alla presidenza di Tim. Salvo sorprese dell’ultima ora, sarà dunque il sostituto di Fulvio Conti, dimessosi da presidente 20 giorni fa. Il suo nome, dato per favorito già nei giorni scorsi sarà all’esame del comitato nomine, convocato per questo venerdì, per dare un parere non vincolante da portare al Cda in programma il 21 ottobre, che dovrebbe mettere fine alla ricerca della figura di vertice per il gruppo di tlc. Una nomina che dovrà essere ratificata in assemblea, probabilmente quella sul bilancio della primavera prossima.
La convergenza su Rossi, considerato una figura indipendente, quindi di garanzia, aveva messo d’accordo tutti i soci principali, Vivendi ed Elliott insieme a Cdp, che detiene quasi il 10% di Tim e destinata a rafforzarsi ulteriormente come posizione azionaria nel caso in cui dovesse andare in porto il progetto di fusione con Open Fiber, società quest’ultima della quale Cdp è socia paritetica con Enel. Aveva così fatto passare in secondo piano le ipotesi alternative, a partire da quella dell’ex numero uno dell’Antitrust, oggi presidente di Aeroporti di Roma (gruppo Atlantia), Antonio Catricalà, condiviso dai soci, ma spinto soprattutto da Vivendi, che detiene quasi il 24% di Tim, e anche del fondo di Paul Singer (azionista al 9,5% circa).
Altri nomi che andrebbero così archiviati sono quelli del legale Michele Crisostomo, oppure la conferma alla presidenza di Tim di Michele Valensise, che ricopre la carica ad interim, nonché a quello del presidente dell’Aifi, Innocenzo Cipolletta. La settimana scorsa inoltre il presidente di Cdp, in uscita, Massimo Tononi, aveva segnalato di non avere ricevuto proposte per la presidenza del gruppo di tlc e di non essere comunque disponibile per l’incarico.