L'INTERVENTO

Warren (ri)attacca Zuckerberg: “Ads politiche a favore di Trump”

La candidata Dem alla presidenza punta il dito contro la pubblicazione di fake e contenuti fuorvianti per puro profitto. E lancia l’allarme su possibili interferenze nelle elezioni 2020

Pubblicato il 18 Ott 2019

warren

Facebook torna a tenere banco negli attacchi della candidata Democratica alla presidenza Usa Elizabeth Warren: il social media di Mark Zuckerberg è stato accusato in un tweet della senatrice del Massachusetts di fornire sostegno – per pure ragioni di profitto – alla campagna elettorale di Donald Trump diffondendo fake news. La Warren ha preso di mira le ads politiche sui social media e scritto che gli ultimi interventi pubblici di Zuckerberg dimostrano quanto poco il ceo “abbia imparato dal 2016 e quanto Facebook sia impreparata a gestire le elezioni del 2020”.

Bugie o libertà di espressione?

La tesi della Warren è che Facebook abbia agito da alleato per l’elezione di Trump nel 2016. Ora, teme la candidata del partito Democratico, potrebbe svolgere lo stesso ruolo nella tornata elettorale del 2020 perché incapace di arginare la diffusione della disinformazione. O, per usare le parole della senatrice, “Facebook sta attivamente aiutando Trump a diffondere bugie e disinformazione”.

Il commento della Warren è arrivato dopo un discorso tenuto da Zuckerberg alla Georgetown University in cui il ceo di Facebook ha difeso la sua decisione di accettare gli errori della sua piattaforma in nome della libertà di espressione. Zuckerberg ha inteso così replicare alle continue accuse dei politici americani di ospitare contenuti fuorvianti: i Democratici denunciano la carenza del fact-checking per i contenuti ospitati mentre i Repubblicano sostengono di avere meno spazi ed essere penalizzati.

Ads politiche sotto accusa

Nei giorni scorsi, mentre la campagna elettorale delle presidenziali 2020 entra sempre più nel vivo, diversi politici americani sono tornati a puntare il dito contro Facebook e le ads politiche. Lo staff del candidato Democratico Joe Biden ha chiesto a Facebook di rimuovere uno spot politico contenente presunte affermazioni di Trump e denunciato da Biden come falso.

Biden ha chiesto al social media di svolgere un’attività di fact-checking per rimuovere le pubblicità politiche false, ma Zuckerberg ha risposto di non avere intenzione di rimuovere le ads politiche, perché non è possibile stabilire una regola certa che separi il vero dal falso e il suo scopo è preservare la libertà di parola e manifestazione del pensiero. Per la Warren e gli altri Dem, però, sono solo i profitti di Facebook che Zuckerberg vuole preservare.

La crociata contro le super-potenze del digitale

Solo alcuni giorni fa, in un confronto elettorale tra i vari candidati Democratici alle presidenziali, la Warren ha ribadito la sua posizione sui social media e le ingerenze nel processo democratico: la senatrice ha attaccato le ads politiche su piattaforme come Facebook e Twitter perché spesso contengono messaggi fuorvianti.

La candidata Democratica ha sottolineato che non accetta donazioni alla sua campagna elettorale superiori ai 200 dollari da parte degli executive delle grandi aziende tecnologie e delle banche ed è tornata sull’ipotesi “spezzatino”per le Big Tech, convinta che Facebook, Google, Amazon, Microsoft e Apple possono rappresentare forme di monopolio in violazione delle norme antitrust.

Zuckerberg “pronto a contrastare la Warren”

Zuckerberg ha reagito agli attacchi della senatrice affermando che è pronto a usare ogni via legale per combattere la candidatura della Warren alla presidenza degli Stati Uniti e impedire ogni misura volta a imporre lo scorporo di alcuni business aziendali.

“Se Warren – ha detto Zuckerberg in un incontro a porte chiuse con i dipendenti il cui audio è poi trapelato sui media– verrà eletta presidente, scommetto che avremmo una causa e scommetto che la vinceremmo. Però questo per noi sarebbe lo stesso una cosa molto negativa. Voglio dire, non voglio avere una causa legale contro il nostro governo”.

Nell’audio Zuckerberg ha detto anche che la frammentazione delle grandi aziende tecnologiche renderebbe le interferenze elettorali “più probabili perché le aziende non potrebbero più coordinarsi e lavorare insieme”.

La sfida delle fake news

Dopo la rivelazione dell’audio riservato il ceo di Facebook ha abbassato i toni e confermato l’impegno contro le fake news, ma chiarendo che l’obiettivo del social è eliminare “tutte le bufale ovvie e totali”, ovvero le affermazioni che sono false su tutta la linea. Più difficile sarà andare a scovare notizie e dichiarazioni che si muovono a metà strada tra informazione verificabile e affermazioni completamente infondate.

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